Nonostante il netto e convincente successo contro il Trapani, sembra non sia stata ricomposta la rottura tra la tifoseria (una parte) e la Cremonese, soprattutto dopo l’ultimo fatto. Una situazione delicata, una tensione che mai si era verificata in città negli ultimi anni.

Sotto l’occhio del ciclone è finito principalmente il direttore generale Paolo Armenia, da un po’ di tempo oggetto di critiche ed anche di cori offensivi allo stadio. Armenia ha sempre vissuto male questa situazione e non lo ha mai nascosto: quasi certamente paga la sua piacentinità (la rivalità Cremona-Piacenza è nota) ma mai avrebbe pensato di arrivare a tal punto. L’ultimo episodio in ordine di tempo risale a due giorni fa quando sul cancello d’ingresso del Centro Sportivo Arvedi sono apparse due scritte (già rimosse) dal contenuto ingiurioso interpretato dalla società grigiorossa e dalla proprietà come un vero e proprio atto vandalico. Pronta la condanna e la conseguente denuncia della Cremonese alle autorità del fattaccio. Il presidente Paolo Rossi non ci sta: «I cori, le critiche, le proteste dei tifosi sono comprensibili, accettabili e a volte anche necessari perchè fanno parte del contesto calcistico. Il gesto incivile è volto a colpire il nostro dg non ha nulla a che fare con il calcio, lo sport e la tifoseria. Oltre alla modalità teppistica del gesto vi è l’ignoranza sui compiti all’interno della società. Il direttore gode della piena fiducia della proprietà, anch’essa ingiustamente colpita. La Cremonese è da sempre disponibile al dialogo purchè il confronto tra le parti sia civile e rispettoso. Gli autori dei gesti vandalici ne risponderanno nelle sedi opportune».

Sezione: Avversario / Data: Sab 22 febbraio 2020 alle 11:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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