Un punto a Perugia, alla vigilia, era da accogliere come un ottimo risultato. A giochi fatti, viste le poche opportunità concesse al Perugia nel primo tempo e le tante avute nella ripresa, si potrebbe anche parlare in maniera fredda di due punti persi. Ma la nota più importante è che l'Ascoli è viva, sia fisicamente che mentalmente, in fase di convalescenza specie dopo le due immeritate sconfitte col Carpi e con l'Entella. Frosinone e Perugia erano infatti due ossi duri, ma l'Ascoli se l'è giocata con entrambi, portando a casa la pagnotta e agganciando la quota 40 punti, vista quasi come una chimera fino a due settimane fa. Prestazione gagliarda da parte della squadra, che ha dimostrato di trovarsi più a suo agio con una sola punta di peso e un attaccante di manovra come Gatto , abilissimo ad attaccare gli spazi e a portare fastidio all'impostazione dell'azione iniziale. Aglietti coraggioso anche nella scelta del centrocampista da affiancare a Bianchi. Tutti si aspettavano Addae, il mister ha stupito scegliendo Carpani, magari meno dotato sul piano della struttura fisica ma più dinamico e aggressivo sui portatori di palla avversari. A metà primo tempo infatti, Aglietti ha chiamato la squadra a uscire più fuori, avanzando Gatto di qualche metro per far uscire Carpani sul regista degli uomini di Bucchi. La mossa ha dato coraggio alla squadra che da li in poi ha cercato di avanzare il proprio baricentro di qualche metro. Nota positiva : la difesa. Tutta la squadra ha lavorato bene, ma sicuramente fondamentale è stato il rientro di Augustyn che ha garantito solidità a tutto il reparto, alzando anche il rendimento dei suoi compagni di squadra. Mengoni, Almici e Mignanelli hanno disputato infatti una buonissima gara. Detto del centrocampo, con Carpani e Bianchi abili scudieri a protezione della retroguardia, e con gli esterni spesso larghi per cercare di aprire le maglie biancorosse, davanti tante sono state le occasioni avute ma la poca precisione e la poca lucidità ha fatto si che gli umbri si salvassero. Nonostante l'imprecisione e la stanchezza però, Favilli ha disputato un ottima gara sul piano dell'impegno. Durissima la vita di un centravanti tra i due centrali avversari che spesso sono stati anche duri con lui. Giorgi ha disputato 65 minuti di grande calcio, mentre Orsolini, nonostante anch'egli il grandissimo impegno e la voglia di sacrificarsi, è risultato troppo fumoso e impreciso sotto porta, a differenza di altre circostanze. Importante però il suo lavoro nello sviluppo del gioco, cosi come positivo è stato l'impatto di Bentivegna. Un bravo dunque ad Aglietti, che al netto di alcune critiche fuori luogo e insensate nella gestione della partita di ieri, ha avuto il grande merito di presentare una squadra preparatissima sul piano dell'atteggiamento e su quello mentale, aldilà dell'aspetto tattico. Tutti si sono sacrificati per il bene comune e l'Ascoli di ieri meritava ampiamente il bottino pieno. Ora tre gare determinanti. Tre scontri diretti con Brescia, Avellino e Latina. Le prime due gare sono in casa, in quel Del Duca che deve tornare il fortino inespugnabile di un tempo. Una tifoseria come quella vista ieri al Curi, dove 1500 cuori bianconeri sono tornati a battere forte, non possono bloccare e far tremare le gambe dei calciatori ma devono necessariamente dare alla squadra la spinta necessaria per continuare sulla via delle ultime 4 gare. Si, ci mettiamo anche Carpi e Entella, perchè sul piano del gioco e dell'atteggiamento, la squadra ha dimostrato di valere e di esserci anche in quelle due circostanze.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 aprile 2017 alle 11:49
Autore: Manuel Fioravanti
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