Ternana - Ascoli 1-3. 6 punti nelle ultime 3 trasferte tra Perugia, Trapani e Terni. Alla faccia della scarsa personalità, alla faccia dell'Ascoli debole da trasferta, alla faccia della squadra senza attributi, alla faccia del ''Devis Mangia è mollo.'' .No, Mangia non è mollo. Ricordate un' intervista di Alberto Malesani qualche anno fa in cui, ai cronisti che lo accusarono di troppa morbidezza e di essere mollo, rispose con la stessa espressione ''non sono mollo'' per una trentina di volte ? Ecco qua, Devis non lo dice, lo applica. Lo fa vedere, lo esterna al momento del cambio di Mengoni, uno dei leader carismatici del Picchio che abbassa e piega la testa davanti alla rabbia e alla fermezza del proprio tecnico, per poi dargli tutto in quei 15 minuti, recupero compreso, in cui scende in campo. L'Ascoli oramai è apparsa una squadra matura, degna di tale nome, inquadrata, dove ognuno sa recitare il proprio compito e dove tutti scendono in campo secondo una precisa impostazione e organizzazione. A dire il vero, dall'avvento del tecnico milanese quell'accozzaglia di gente senza ne capo ne coda che si era vista nelle gare precedenti, era via via scomparsa, lasciando spazio a una squadra costruita male ma comunque con una logica. Oggi, possiamo dirlo, Mangia sta raccogliendo i frutti di un duro lavoro, di una serietà e di un umiltà che da quando è arrivato all'ombra delle cento torri ha sempre dimostrato. L'intelligenza nel fare di necessità virtu', il vincere le partite nel momento caldo senza titolarissimi come Giorgi, Almici per diversi mesi, la crescita esponenziale dei vari Cinaglia, Carpani,Altobelli, Jankto, sono i meriti innegabili dell'allenatore in questi mesi di lavoro difficili ma che hanno dato per ora soddisfazioni. E il merito più grande ? Quello di aver recuperato un signor difensore come Michele Canini, più di 200 presenze nella massima serie, che con lui fino a Febbraio,mese del suo rientro, aveva giocato solo 2 gare. Una disastrosa a Vicenza il giorno dell'esordio del mister, e una decente, appena, la gara successiva in casa col Perugia. Canini è stato diversi mesi nell'ombra, è tornato in campo dopo un lungo infortunio e piano piano si è ripreso il ruolo per il quale era stato chiamato, ovvero guidare la retroguardia bianconera. E farlo con una massima sicurezza. Ma, a conferma comunque della tesi che i grandi giocatori fanno sempre grandi gli allenatori, proponiamo una domanda. Dove sarebbe stato l'Ascoli senza i gol di Daniele Cacia ? Rispondiamo noi. In basso. Assolutamente molto in baso.  Senza le realizzazioni del suo attaccante principale, arrivato a quota 116 reti in B e a sole 3 distanze da Tavano, l'Ascoli dei Carpani, degli Altobelli, dei Mitrea, dei Pecorini, dei Bianchi, dei Milanovic, stava forse raccontando un' amarissima retrocessione anticipata in lega Pro. Si, perchè la bravura dell'allenatore è stata anche questa, dare un senso a questa squadra costruendola mese dopo mese a pennello per il proprio giocatore più importante. Mangia il direttore d'orchestra, Cacia l'esecutore perfetto dello spartito. Si, perchè alla fine puoi giocare bene quanto vuoi, puoi essere grintoso e compatto come l'Ascoli effettivamente lo è, ma se non hai un attaccante che con estrema regolarità gonfia le rete, non puoi mai raccontarla. Questo ovviamente per quel che riguarda la fase offensiva. La fase difensiva invece, è fatta, come citato sopra, con giudizio da parte di tutti gli attori. La grinta messa in campo da  Carpani, la tenacia di Altobelli, la leadership di Bianchi. Lo spirito di sacrificio dei giovanissimi Orsolini e Dimarco. Questi sono gli ingredienti che sembrano contorno , ma che in realtà non lo sono. Perchè quando si lotta per un obiettivo cosi travagliato, se tutti non stanno sul pezzo è dura raggiungerlo, basta uno che si distrae un attimo e salta tutto per aria. Ma, fortunatamente , in questo momento in aria non salta nulla, perchè  , riprendendo la parte iniziale dell'articolo, ognuno sa quello che deve fare. Altrimenti non sarebbe l'Ascoli arrivato a 45 punti, un autentico macigno dopo la Pasqua amarissima in cui il Picchio fu sconfitto in casa dal Vicenza senza mai tirare in porta, e dove tutti avevano avvertito, quel giorno più che mai, lo spettro della retrocessione. Mangia ha recuperato il gruppo in breve tempo e lo ha rimesso in linea di galleggiamento. Ma ora guai a distrarsi, guai a credere che tutto sia finito. Perchè l'Ascoli ha già dimostrato che basta poco per vanificare tutto. E dilapidare un simile vantaggio a questo punto del campionato, sarebbe da folli e masochisti. Testa bassa, fatica e sacrificio da parte di tutti. Sabato arriva la Salernitana. Che sia l'occasione giusta per mettere il mattone decisivo ???

Sezione: Editoriale / Data: Dom 24 aprile 2016 alle 09:17
Autore: Manuel Fioravanti
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