Di Devis Mangia, tutto si può dire meno che sia un tipo poco disponibile al dialogo e poco propenso al parlare coi giornalisti e con gli addetti ai lavori. Suona infatti strano questo suo silenzio stampa improvviso e improvvisato, da Perugia in poi, al culmine di una settimana difficile e soprattutto successivamente, ora , a due vittorie contro due squadre di gran lunga superiori sulla carta. Il mister bianconero forse, si sta prendendo alcune rivincite. Sia sui suoi detrattori ''passati'' (magari non quelli di Ascoli), sia su chi l'aveva messo in discussione qualche settimana fa. Lo stesso silenzio stampa che Cardinaletti ha provato a spiegare ieri ai microfoni di PicenoTime in varie modalità, ma tradendo pure lui un estremo imbarazzo. Il mestiere dell'allenatore è duro, e un mister sa che perdendo alcune gare, la sua posizione potrebbe essere in bilico, come evidentemente lo era dopo Vicenza. Ma nella valutazione dell'allenatore,si dovrebbe tener conto delle condizioni in cui il lavoro viene svolto. L'Ascoli di Mangia, 1.33 punti a partita a differenza della media di un punto a partita del suo predecessore, ha avuto infortuni in serie, continue problematiche coi campi di allenamento, ''dissidi interni allo spogliatoio'' al momento del suo arrivo, diversi giocatori che si affacciavano in serie B per la prima volta e a cui il tecnico ha dovuto dare un impronta decisiva. A tutto ciò aggiungiamo un mercato di Gennaio che non è stato accolto con grande entusiasmo in generale e il gioco è fatto.Mangia ha tenuto botta, ha superato i momenti difficili, classici in un campionato del genere, mantenendo sempre un certo equilibrio. E sta, pian piano, avendo ragione. Una cosa è  certa. Mangia non ce l'hai coi tifosi, e neanche con Marroccu, col quale cammina pari passo dal primo giorno in cui ha messo piede ad Ascoli. E la sua immagine al fischio finale, prima inginocchiato e poi ''salito in sella'' al preparatore dei portieri Vallesi, è l'emblema della sofferenza, della voglia di battagliare sempre e comunque, della grinta e della tenacia del tecnico di Cernusco sul Naviglio.Di tutto quello che ha inghiottito in silenzio e con massima serenità fino ad oggi. Si goda questa vittoria, Devis Mangia, grande uomo ancor prima che ottimo allenatore. Se la goda appieno, rifletta, e poi torni a parlare con i giornalisti il prima possibile. La parte sana della tifoseria, quella che canta a squarciagola e che lui stesso ha sempre elogiato, merita anche le sue parole. Daniele Cacia non lo scopriamo certo noi. I numeri hanno sempre parlato per lui e sono sempre stati dalla sua parte. Con i timbri indelebili di ieri, il centravanti calabrese arriva in doppia cifra per la quinta stagione consecutiva, la settima totale in serie B. Dall'avvento di Mangia, anche per lui le cose sono cambiate. Nelle prime dieci gare con Petrone in panchina, l'Ascoli faceva difficoltà, come spesso ha dichiarato anche lo stesso attaccante, ad arrivare a calciare in porta. E il tecnico napoletano lo ha spesso messo in discussione, togliendolo dalla contesa anche mezzora prima del fischio finale o non facendolo giocare addirittura in un paio di match. Subito, qualche tifoso ha tacciato il numero 21 di scarso impegno, di poca dinamicità e poca corsa. Dalla gara Ascoli-Perugia però, le cose sono via via cambiate. Quella prodezza, che per bellezza non è seconda al 2-0 di ieri, ha lentamente cambiato le carte in tavola. L'ex Verona ha pian piano preso per mano la squadra, col passare delle giornate, fino a diventarne il leader indiscusso, aldilà di quello che lui dice, col suo solito carattere schivo e riservato, davanti alle telecamere. Con Como e Pescara, il tecnico gli preferi Petagna , sia perchè allora il centravanti scuola Milan stava avendo il picco della sua stagione, sia perchè il rendimento di Cacia era stato condizionato da diversi infortuni muscolari. Ora il bomber ha risolto ogni guaio ed è la ''primadonna'',in positivo, del gruppo. Onore a lui, che ha risposto alle critiche come meglio non si poteva, ovvero sul campo. Continui cosi il centrattacco, con gol belli, esaltanti, entusiasmanti, importanti. E con la squadra che Mangia ha creato su misura per lui. Cosi brava e tenace nel far piangere due volte Marco Storari. Si, Marco Storari, proprio lui. Qualcuno si chede: perchè tanto astio nei confronti del portiere del Cagliari ? Beh, la ragione è ben nota. Il portiere ex Ancona ebbe diversi scambi di carezze (e fumogeni.....) con la mitica Sud. Che ogni volta lo ringrazia a modo suo e gli ricorda quanto sia ben voluto da queste parti. Il numero 1 sardo, che comunque  sta disputando un girone di ritorno tutt'altro che esaltante, ha poi tradito un pizzico di delusione, mista a rabbia e, come si dice in Ascoli, ''rosicamento'' al termine della gara nelle interviste. Forse, l'essere stato  bucato due volte e umiliato con quel pallonetto mentre lui era nella terra di nessuno sotto la stessa sud che lo ''idolatrava'', ergendolo a nemico numero uno dell'Ascoli ogni qualvolta ci gioca da avversario, lo ha infastidito e non poco. Storari poteva fare il signore, evitando di ripetere nelle interviste che l'Ascoli era una squadra inferiore ( lo sanno anche i muri, ripeterlo vuol dire soffrire terribilmente di malessere per i due pacchi regalo confezionati da Cacia ieri), quasi scarsa, come se si trovasse in B per caso. Rifletta Storari, ha perso l'ennesima occasione per dimostrare di essere anche un pelino più simpatico al pubblico ascolano. Ma forse, è meglio cosi.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 10 aprile 2016 alle 13:19
Autore: Manuel Fioravanti
vedi letture
Print