La nostra storia parte da Pieve di Cento, per gli abitanti del posto Piv ed Zent, piccolo comune di 7mila anime ubicato a 40 minuti dalla rossa Bologna ed attraversato dal Fiume Reno, in un pomeriggio del 16 Dicembre 1938. Praticamente un'epoca fa. In questa piccola comunità, immersa nel cuore Emiliano di un'Italia ancora Monarchica, nasce il bomber Renato Campanini, per amici e supporters: Faccia da Goal. 

La carriera di Campanini parte tra i campetti dilettantistici con la maglia della Bondenese, realtà calcistica del piccolo comune di Bondeno, in provincia di Ferrara. Notato per la sua naturale rapacità in area, viene acquistato dalla SPAL che, nella stagione 1957-58, lo porta in Serie A, alla corte di mister Tabanelli. In quella stagione, terminata per i ferraresi con un 12° posto, Campanini scenderà in campo 5 volte, mettendo a segno 2 reti, nel 3 - 0 contro la Lazio e nel 1-5 contro il Milan (siglando, tra l'altro, la rete del momentaneo pareggio). L'anno successivo scende in Serie B, al Vigevano, non trovando il giusto spazio (solo 7 presenze e 0 reti) e terminando la stagione con un 19esimo posto e la conseguente retrocessione in Serie C per i Lombardi. L'anno successivo, nella stagione '59-'60, veste la maglia del Mestre, in Serie C, compiendo una stagione ad altissimo livello, trovando la giusta continuità e realizzando 18 reti. La buonissima stagione in Veneto gli permette di tornare nuovamente in Serie A, sempre in Veneto, alla corte del Padova di Nereo Rocco. Purtroppo per Campanini, resterà con i biancorossi solo in estate e nel settembre del 1960, per poi passare alla Sambenedettese, in Serie B. Nelle Marche gioca 17 partite e realizza 5 reti, guadagnandosi la fiducia del Prato che lo acquista nell'estate del 1961 e lo mette al centro dell'attacco. In Toscana gioca tanto e segna 10 reti, risultando il bomber della squadra ma non riuscendo ad evitare il ventesimo posto e la retrocessione in Serie C. Nella stagione '62-'63 torna in Emilia, alla Reggiana, in Serie C, buttando la palla in rete per 12 volte e guadagnandosi nuovamente il salto di categoria, in Serie B, con il Cosenza. Campanini vestirà i colori rossoblu per 5 stagioni, realizzando 60 reti e diventando idolo indiscusso della tifoseria. In Calabria l'attaccante giocherà alla grande ma non riuscirà a guadagnarsi un ritorno nella cadetteria che aveva perso nel primo anno con i lupi. Nel 1968, ad oramai 30 anni, accetta l'offerta del Brindisi, in Serie C. in Puglia mostra ancora il suo talento, mettendo a segno 17 reti in 35 presenze e facendosi notare dal Presidentissimo Rozzi, alla guida di una Del Duca Ascoli quanto mai ambiziosa. Campanini sposa il progetto e torna nelle Marche, dopo 7 stagioni. Quello che accadrà da quell'estate del 1969, è storia. Campanini disputa ad Ascoli 6 stagioni, collezionando 74 reti e diventando il miglior marcatore di sempre, nella storia del Picchio. Da protagonista, insieme a Massimo Silva, Steno Gola, Marcello Grassi e molti altri, diventa idolo e simbolo di una doppia promozione che, in 24 mesi, porta l'Ascoli dalla Serie C al Calcio dei Grandi. La Faina - così soprannominato dai tifosi bianconeri - si ritirerà a 37 anni, nel 1975, realizzando una doppietta contro l'Inter, in un match vinto dall'Ascoli per 4-2 e suggellando alla grande una storia d'amore che fa ancora battere i cuori ad un'intera città. Molti anni dopo il suo ritiro, Campanini torna ad  Ascoli, a metà degli anni '90, per guidare amici Ferraresi alla scoperta di una città che amava e che lo aveva amato. Quello che il bomber non si aspetta è che , in molti, lo hanno riconosciuto, seppur invecchiato, e, presi dall'emozione, hanno mobilitato sindaco, assessori ed autorità, tutti pronti a correre verso Faccia da Goal per salutarlo e concedergli un ennesimo applauso, nella città dove aveva lasciato il cuore.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 12 novembre 2019 alle 19:38
Autore: Paride Paci
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