4 partite, 1 punto. Il ciclo terribile è finito, direte voi. E invece, deve ancora cominciare. Perchè ora arriveranno Verona e Cittadella nelle prossime uscite, due squadre che per un motivo o per un altro, sono in rampa di lancio. E l'Ascoli visto nelle ultime gare desta ora piu che mai qualche preoccupazione, specialmente, a modo di vedere di chi vi scrive, nella fase nevralgica del campo. In difesa infatti, il Picchio dimostra una discreta compattezza. Augustyn, aldilà di qualche incertezza, è il riferimento certo del reparto. Al suo fianco, anche Mengoni fa una discreta figura. Ai lati, Mignanelli è un trottolino importante e Almici, dopo un paio di prestazioni negative, è tornato a disputare una gara positiva. In avanti invece, l'assenza di Cacia pesa, ma non come tanti credono o vogliono far credere. Sarebbe troppo riduttivo dire che Cacia avrebbe risolto i problemi col Novara. Perez visto ieri, ha lottato , non ha lesinato impegno, ha dato fastidio alla retroguardia avversaria. Ma purtroppo, come ormai accade spesso, la sua cronica sterilità si è mostrata in tutto il suo lato nella palla capitata a inizio ripresa. Non è però giusto buttare la croce addosso a lui. Perchè la realtà è ben diversa. L Ascoli visto ieri e , in generale, nelle prime uscite del campionato, è una squadra che produce una buona mole di gioco, ma mostra una incredibile sterilità a creare occasioni di qualità. E il problema, è nella zona nevralgica, nell'asse centrale. Manca l'uomo che effettua l'ultimo passaggio, o ancora l'uomo che rilancia con efficacia in verticale l'azione. Insomma, manca tremendamente un giocatore di spessore tecnico, struttura qualitativa e personalità in mezzo, che faccia fare il salto di qualità alla squadra. Regista o mezzala che sia. Perchè Addae, rispolverato ieri, Carpani e Bianchi, sono importantissimo recuperatori di palloni. Perchè Halberg ancora deve mostrare tutto ciò di cui è capace e per il quale Giaretta lo ha portato ad Ascoli , e perchè Cassata è ancora troppo acerbo per prendere in mano le redini della mediana bianconera. E, l'ultimo perchè, si chiama Giorgi . Per quanto tempo l'Ascoli può aspettarlo ancora ?  Possibile che la società abbia deciso di puntare su di lui a occhi chiusi, pur sapendo di andare incontro a una situazione delicata dal punto di vista fisico ? Intendiamoci, Giorgi in condizione è un gran giocatore, in grado di ricoprire tutte le cariche di cui sopra. Di dare spessore, di dare personalità, di giocare in verticale, di innescare le punte e di buttarsi negli spazi. Ma Gigi ( non me ne voglia, di lui ho immensa stima) convive ormai da tempo con tanti guai fisici. Io credo ancora nel suo recupero, tutti lo fanno e ci sperano. Ma per l'Ascoli questa è una spada di Damocle troppo grossa e troppo pericolosa da affrontare. Non si può scherzare con il fuoco, ci si è provato l'anno scorso e non si sa come(anzi si, grazie specialmente a Cacia),ci si è riusciti. Ma ora l'Ascoli è chiamato ancora a un altro campionato di sofferenza. E qualcosa in mezzo manca, altrochè. A queste condizioni, gli unici pericoli per la porta avversaria vengono da azioni personali isolate di Gatto, Orsolini e Cacia. Sarebbe il caso che , a questo punto, si trovino altre soluzioni per essere più pericolosi. E' indubbio che la squadra ha una sua identità (bravo Aglietti), è fuori discussione che la squadra non subisca mai passivamente il gioco avversario, come dimostrato anche ieri  (ancor più bravo l'ammiraglio toscano), ma la fitta rete di passaggi, spesso in orizzontale, e qualche cross proveniente dalle fasce, non basta per dire che l'Ascoli imponga il suo gioco e giochi al calcio contro tutto e tutti..Oltretutto, ieri, la reazione dopo il gol non c'è stata. Qualche mischia, qualche piazzato, nulla più. Sta ad Aglietti trovare ora la chiave per scardinare le retroguardie avversarie, visto che da tanti , troppi minuti, non si segna più . A meno che, il tecnico non decida di tornare all'antico schema di Devis Mangia, con dieci giocatori dietro la linea della palla, un ''fuoriclasse'' in avanti a ricevere tantissimi palloni (puliti o sporchi, non fa differenza)  e poi tutti ad abbracciarlo. E chissà, che non sia, ancora una volta, il metodo migliore....

Sezione: Editoriale / Data: Dom 09 ottobre 2016 alle 15:43
Autore: Manuel Fioravanti
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