Diciamo la verità. A livello di prestazioni stagionali, l ’Ascoli a Crotone ha toccato il fondo. Una squadra perennemente in ambasce, sempre in sofferenza, sempre seconda sul pallone e totalmente sopraffatta dalla differente verve avversaria. I 30 presenti allo “Scida” e tutti coloro che erano collegati davanti alle televisioni, sono rimasti quasi increduli dall’incapacità dei bianconeri di rimbastire un qualcosa che potesse fronteggiare l’attacco dei rossoblu. Una debacle vera e propria, una sconfitta più ampia di quanto dica il risultato, una prova che non può non mettere tutti, e quando diciamo tutti sottolineano tutti, in discussione. A partire dall’allenatore. Una gara che non può non chiamare lui come primo e assoluto responsabile. L’Ascoli, diciamocelo francamente, con qualsiasi schieramento giochi, con qualsiasi assetto e con qualsiasi undici scenda in campo, quest’anno ha sofferto, non riuscendo a risolvere i manifesti problemi di equilibrio paventati anche nella gestione Vivarini. Al momento attuale, Zanetti non si sta dimostrando ancora idoneo a guidare una piazza come questa. A livello tattico, lo stucchevole ed esasperante possesso palla, con l’aggravante di essere stato sempre fine a se stesso e mai produttivo per iniziare una manovra, fa il paio con le troppe concessioni che si fanno agli avversari, i troppi buchi e le troppe praterie che si aprono sia nella trequarti che in mezzo al campo, e che lasciano sguarniti e indifesi tutti i difensori bianconeri, chiamati sempre agli straordinari per affrontare ora l’uno ora l’altro avversario che gli si parano davanti. L’Ascoli di Crotone non ha preso una seconda palla, non ha mai contrastato efficacemente, non ha mai occupato bene gli spazi e non ha mai dato l’impressione di soffrire da squadra. Nel calcio si può soffrire, ma quando lo si fa in maniera organizzata, compatta e di squadra, con tutti i calciatori che si aiutano, lo si fa di meno. Il Crotone ha dato subito tutto un altro impatto al match, con l’imput di Stroppa di inserire due attaccanti esterni come Molina e Mustacchio a fare i quinti del 3-5-2. Francamente abbiamo riso e anche abbastanza, davanti a chi aveva sempre creduto che bastava togliere uno tra i tre attaccanti per aggiungere un centrocampista in mezzo al campo per soffrire di meno. No, non è mai stato quello il punto e ne abbiamo avuto la riprova sia nella trasferta di Verona col Chievo che nella gara di Crotone. È un problema che chiama in causa sia la disposizione che la gestione. Il mister Zanetti ancora agli esordi, non sempre da l’idea di avere il polso della situazione sottomano. Non sempre c’è l’impressione che le sue direttive vengono rispettate e condivise per poi successivamente applicate. E non sempre da l’idea di gestire la pressione di uno spogliatoio così pesante in un ambiente come quello di Ascoli. In tutto questo non possono passare inosservati i calciatori che, a livello di cuore e gamba, non possono permettersi una prestazione indecorosa come avvenuto col Crotone. Occorre di più, occorre alzare l’asticella (stavolta davvero) perché la società ha fatto investimenti importanti e questa rosa non può rimanere fuori dai play off nemmeno per una giornata. La società, appunto. A cui dedico la chiusura. Ammirazione, stima, rispetto e ringraziamento per quanto fatto in maniera finalmente degna del nostro Ascoli. Ma senza ombra di dubbio, qualche peccatuccio è stato concesso. Probabilmente affidare a un tecnico emergente, seppur indubbiamente preparatissimo sulla didattica e sul calcio tattico, uno spogliatoio così forte e un ambiente così elettrico ed esigente senza avere la certezza che possa gestirlo, e sbagliare successivamente le scelte di gestione (garantista , come ha dichiarato Tesoro) hanno fatto si che lo stesso spogliatoio abbia mostrato crepe. E, sia chiaro, non solo nei due giocatori più talentosi e, comunque, vuoi o non vuoi ad oggi assolutamente irrinunciabili per l’Ascoli. La società non può soprassedere sulla scelta di valutare se mettere in discussione o meno l’allenatore. Perché quantomeno alcune valutazioni vanno fatte e alcune riflessioni anche. Poi lo si può confermare di certo. E si può tirare avanti fino a fine torneo con lui. In tale caso però, la sua difesa deve essere totale. Anche a costo di perdere qualche giocatore a gennaio. Mese in cui però, potrebbe essere già tardi.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 10 novembre 2019 alle 09:28
Autore: Manuel Fioravanti
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