In un momento sociale come quello attuale nel nostro paese chi è chiamato a governare è costretto a 'navigare a vista', correggendo la rotta in base alle novità che arrivano di ora in ora, senza però dimenticare che serve avere una prospettiva futura a medio termine che permetta la ripresa una volta l'emergenza Coronavirus sarà terminata. Una necessità, questa, che coinvolge anche il mondo del pallone e chi lo guida. Senza distinzione di categoria. Mauro Balata, presidente della Lega di Serie B è uno di coloro ai quali il calcio ha dato le chiavi del comando. Ecco la sua intervista ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com:

Il calcio al tempo del Coronavirus. Come sta vivendo questo momento a livello personale?
“In modo ovviamente di massima attenzione nelle scelte personali e di quelle dove ho una responsabilità diretta. Lo dobbiamo alle tante persone che stanno lavorando e che si stanno sacrificando quotidianamente per la nostra salute. A loro va il nostro pensiero ma anche il nostro rispetto nei gesti quotidiani, come il rimanere a casa. Le azioni della Lega B sono sempre state responsabili e in linea con quanto previsto dai decreti governativi e questa linea, per i motivi che le dicevo prima, continueremo ad adottarla anche in futuro”.

Il calcio, così come tutto il paese, è stato colpito in maniera pesante. In Serie B, però, ad oggi non sembrano esserci positività fra i calciatori.
“E di questo ringrazio le società che hanno sempre operato con rigore e professionalità, in modo anche sinergico con i dettami della Lega B. Ma non basta, ora siamo entrati nel momento decisivo per la lotta a questo terribile virus e ogni sforzo fatto nelle settimane scorse potrebbe essere reso vano da comportamenti che fra la gente vedo ancora purtroppo usuali”.

Uno stop, quello ai campionati professionistici, che rischia di mandare in forte crisi finanziaria il sistema. Si parla di centinaia di milioni di perdite. Si può quantificare il disavanzo che ipotetico per la Serie B?
“I conti si faranno alla fine, a noi tocca, insieme ad altri soggetti, contenerli e fare in modo che si azzerino il più possibile. Io ho lanciato proprio in queste ore un “piano Marshall” del calcio che possa mettere in campo strumenti straordinari e che consenta di avere delle priorità: la prima, naturalmente, riguarda la salute di tutti i tesserati, la seconda la sopravvivenza del sistema calcio italiano. Servono pertanto dei fondi straordinari, capaci di prevenire ulteriori problemi e anche di riequilibrare una situazione che non è affatto semplice e che può portare a una crisi se non si attivano degli strumenti di garanzia, naturalmente destinati ai soggetti meritevoli.

Ripresa del campionato. Se, quando e come pensa che potrete ripartire? Il 3 maggio, data identificata dalla Serie A, varrà anche per la cadetteria?
“E’ prematuro parlarne. Come sempre seguiamo le indicazioni delle autorità preposte che ci diranno come e quando riprendere. La speranza è di iniziare i primi di maggio ma ripeto se le condizioni lo consentiranno. La cosa importante adesso è restare a casa per vincere tutti insieme questa importantissima partita. In Consiglio direttivo e poi in Assemblea abbiamo all’unanimità stabilito che dobbiamo prioritariamente garantire la salute e, inoltre, che si potrà andare avanti anche fino al 30 giugno ed eventualmente oltre se arriverà un impulso dalla Federazione, in modo da garantire la nostra formula. Il rinvio degli Europei ci permette di avere anche maggiore respiro in vista del ritorno in campo”.

Quando invece potranno riprendere gli allenamenti?
“Quando le autorità diranno che non c’è più rischio per la salute dei tesserati coinvolti”.

Esiste davvero il rischio che non si porti a termine la stagione?
“Qualsiasi ipotesi che non preveda il rispetto del format del campionato, con conclusione della regular season e quindi la disputa di playoff e playout, è campata in aria al momento. Per qualsiasi altra soluzione vi è una Federazione che tutela l’intero sistema calcio e che ringraziamo per il lavoro messo in campo; dialogheremo in quel tavolo per arrivare a posizioni il più possibile condivise da tutti”.

In queste ore si discute anche di possibili tagli agli stipendi dei calciatori. E’ un’ipotesi valida per la Serie B così come per la massima serie? E’ ipotizzabile una ‘cassa integrazione’ per i calciatori?
“E’ chiaro che ogni soggetto, ogni attore, deve fare dei sacrifici e non intendo solo le società. Serve un’analisi approfondita che porti a una riflessione sul riequilibrio economico fra società e calciatori. Altrimenti questa crisi rischia di coinvolgere e danneggiare tutti. Tutelando le società si tutelano non solo i calciatori, ma anche quei professionisti, che, con le loro famiglie, hanno meno evidenza ma che consentono ai club di andare avanti, e mi riferisco ai dipendenti”.

Sul fronte istituzionale avete già buttato giù delle richieste da presentare al Governo per aiutare il vostro movimento?
“Parlavo prima del mio piano Marshall che prevede varie proposte come assegnare alle società associate un ristoro economico connesso al danno economico subìto per effetto dei provvedimenti. Le risorse per tale contributo a fondo perduto potrebbero essere attinte attraverso la riconversione dell’accantonamento per Rischi e Oneri previsto nel budget federale 2020/2021, recentemente approvato dal Consiglio Federale e attraverso l’utilizzo del relativo Fondo attualmente esistente nello stato patrimoniale del bilancio della Federazioni. Potrebbe inoltre essere attivato da parte della Federazione, eventualmente di concerto con l’UEFA, uno strumento tecnico-giuridico, una sorta di ‘fondo di salvaguardia’, a favore di tutte le società associate, che permetta di sostenere e garantire alle stesse l’accesso al credito bancario, a breve e a medio termine, per fronteggiare le temporanee, ma robuste, carenze di liquidità che indubbiamente si verranno a creare”.

Sezione: Focus / Data: Ven 20 marzo 2020 alle 17:08
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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