L’Ascoli è vivo. Altroché se è vivo. Dal Bentegodi, esce una squadra che oltre al punto carica sul pullman una certezza, una fantastica, preziosissima, inestimabile certezza. Si sta in campo con la testa e con le gambe secondo uno spartito ormai collaudato. C’è stato un momento della partita di stasera che ha segnato con la linea rossa l’evoluzione della sfida, ovvero quello dell’infortunio di Rosseti, la non espulsione di Marrone, l’espulsione di Vivarini e l’inerzia psicologica della partita ribaltata nell’arco di un tackle assassino. Prima c’era l’Ascoli a dominare e rendersi pericoloso, poi il Verona ha capovolto la bilancia delle emozioni rientrando in partita.

In quel momento, quando Vivarini non era più a pestare la linea bianca del fallo laterale per dare indicazioni ai suoi, l’Ascoli ha deciso che squadra essere. E ha deciso di essere una squadra che sa quel che fare. Badate bene, il pari di Verona è un buon punto ma guardando il bicchiere mezzo vuoto si potrebbe addirittura passare la nottata a riguardare seicento volte il tiro di Beretta su bacetto di Ciciretti o la mancata apertura dello stesso Jack verso D’Elia in piena fuga per la vittoria.

Davvero, l’Ascoli ha pareggiato contro un bel Verona, contro una squadra che ha tantissimi giocatori di alto livello per la categoria, che è allenata in maniera pratica per giocare un calcio non convenzionale, ma questa partita l’avrebbe potuta addirittura vincere con merito. E non lo diciamo per muovere una critica, stavolta no. Lo diciamo perché se vai in casa di Grosso e, nonostante un arbitraggio ai limiti del doloso, tieni botta e alla fine non soffri neanche granché, vuol dire che hai argomenti (mentali, fisici, tecnici e tattici) per giocarti partitoni contro squadre di alta classifica.

Non parliamo di singoli stavolta, anzi sì. Uno va menzionato più degli altri perché se lo merita. E se lo è meritato soprattutto quando, al minuto 92’, lo abbiamo visto fare un’altra rincorsa, forse la ventesima della partita, a chiudere le linee di passaggio all’avversario. A non dargli chance. Dopo aver messo un compagno davanti alla porta qualche minuto prima.

Amato Ciciretti, è a lui che va dedicato il più fragoroso applauso della serata veronese. Perché ha messo gli interessi della sua nuova squadra dentro al calderone del suo calcio, fatto anche e soprattutto di giocate individuali fronte alla porta. Stai a vedere che nelle prossime settimane ci divertiamo anche con lui…

Sezione: News / Data: Dom 17 marzo 2019 alle 21:00 / Fonte: Resto del Carlino
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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