"Sono due anni, da quando sono passato alla Primavera della Juventus, che tutti mi chiamano Bobo o Bobone. Dicono che ricordo Vieri. Dicono". Quando si scomodano certi paragoni, o è per quell’eccesso di buonismo che circonda alcuni calciatori da quando i giovani sono tornati di moda oppure è perché certe qualità non passano inosservate. Nel caso di Andrea Favilli, 19enne attaccante dell’Ascoli dal bel fisico e forte di testa, è buona la seconda. Il ragazzotto sembra avere i numeri per diventare giocatore di fascia alta, diciamo un potenziale campione. Se ne sono accorti in tanti, anche nello staff tecnico azzurro. E se pensiamo che il c.t. dell’Under 21 è quel Gigi Di Biagio che di recente è stato a rivedere più volte dal vivo i gioiellini dell’Ascoli (Orsolini, soprattutto, ma anche Cassata, Felicioli e, appunto, Favilli) e che di Vieri è stato compagno all’Inter, allora si può immaginare che in una delle prossime convocazioni anche l’attaccante bianconero entrerà nella lista, per la prima volta, dopo essere stato un punto di forza di Under 19 e 20.

PISA, L’AMORE Intanto, però, Favilli è concentrato su un impegno alle porte non banale. Al Del Duca, infatti, domani arriva il Pisa (dove, tra l’altro, Vieri ha giocato a inizio carriera). E per lui che è pisano di Ghezzano, frazione di San Giuliano Terme, sulla sponda destra dell’Arno, è la partita del cuore, sentimentalmente la più importante di una stagione che si sta rivelando già fondamentale per il suo futuro. "Ho cominciato ad andare a vedere il Pisa quando avevo 5-6 anni – racconta – trascinato dal nonno supertifoso. Poi la passione è cresciuta dentro di me, tanto è vero che ho frequentato la curva nord fino a pochi anni fa. Il Pisa che ricordo con più piacere è quello nel quale giocavano anche Perez e Gatto. I quali, ironia della sorte, ora sono miei compagni all’Ascoli. Mi fa un po’ strano, io tifavo per loro". Favilli ha già segnato 6 gol, tutti di pregevole fattura, da metà dicembre a oggi. Uno in meno di Cacia, che dopo l’infortunio è pronto a riprendersi il posto in attacco. "Ma possiamo giocare assieme – precisa Favilli – lo abbiamo già fatto a Terni e abbiamo vinto con un mio gol. Il più bello assieme a quello con la Spal. Il più importante, invece, è stato quello all’Entella: venivo da un periodo non facile, non riuscivo a segnare. Lì mi sono sbloccato e pure la squadra ha preso sicurezza, tanto che siamo a 11 risultati utili di fila".

LO SCONTRO COL LIVORNO In effetti, l’estate di Favilli non è stata tra le più tranquille. Per raccontarla bisogna fare un passo indietro. Il ragazzo fino al 2013 giocava nel Navacchio Zambra, società di terza categoria. A scoprirlo fu il Livorno, che per un pisano è quasi una beffa ("No, non è così – precisa – mi hanno dato una grandissima opportunità e io posso soltanto ringraziarli"). Con la squadra amaranto fece benissimo nelle giovanili e Gautieri lo portò anche in panchina per tre partite. Poi il passaggio alla Primavera della Juve e pochi secondi di esordio in A a Frosinone, col ricordo ancora vivo di Buffon che urlava di buttare la palla fuori per dare la possibilità a quel ragazzo di realizzare il suo sogno e del selfie con Morata sull’aereo. "Quando vivi uno spogliatoio come quello, a contatto con tanti campioni, la crescita è facilitata. Si può soltanto imparare. Di sicuro ha accelerato la mia crescita", ammette Favilli. Che pensava di essere riscattato dalla Juve. Non è stato così, perché il Livorno chiedeva troppi soldi. Così c’è stato un lungo braccio di ferro, con l’attaccante che ha disertato la presentazione minacciando di non tornare. Tutto si è risolto con la cessione in extremis all’Ascoli in prestito oneroso (400 mila euro) e diritto di riscatto a 3 milioni. L’Ascoli ha detto di volerlo esercitare e secondo molti poi Favilli se lo riprenderà proprio la Juve, che nel club marchigiano ha già parcheggiati Orsolini e Cassata. "È stato un dispiacere non essere rimasto alla Juve e tutto quello che è accaduto dopo psicologicamente è stato pesante – ammette Favilli –. Sono successe cose che non mi aspettavo con persone di cui mi fidavo, ma non credo che la porta della Juve sia chiusa, ci può essere sempre un’altra possibilità". Le idee sono chiare: "L’obiettivo è chiudere il primo campionato di B in doppia cifra. Per il futuro non ho modelli da seguire o imitare: vorrei solo diventare un Favilli che gioca in A e in Champions".

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 24 febbraio 2017 alle 09:31 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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