L’ esordio in Champions ancora minorenne, tre campionati vinti con il suo Partizan Belgrado, il gol al Milan alla prima da titolare in Serie A, nell’ottobre 2016. Nikola Ninkovic a inizio carriera ha bruciato le tappe, poi anche a causa di una serie di infortuni la sua scalata ha perso vigore. E così si è ritrovato in Serie B: la scorsa stagione a Empoli, dove ha conquistato la promozione, in questa ad Ascoli, dove da trequartista sta facendo la differenza. Ninkovic, su di lei in tanti hanno speso belle parole. Ma le promesse, per ora, non sono state rispettate fino in fondo. «I problemi fisici non mi hanno dato tregua. Ma ad Ascoli ora sto bene e giocando con continuità metterò in mostra il meglio delle mie qualità».

Jovetic, quando era all’Inter, disse: «Per il futuro segnatevi il nome di un ragazzo del Partizan: la mezza punta Ninkovic». «Io e Jo-Jo ci conosciamo da tanti anni, anche lui è arrivato giovanissimo a Belgrado: quello del Partizan è uno dei settori giovanili migliori del mondo».

Tra l’altro a Jovetic ha tolto anche un record di precocità... «Sì, nel 2012, quando avevo 17 anni, sono diventato il più giovane capitano della storia del Partizan e del campionato serbo, superando di pochi giorni proprio Stevan».

Per il Partizan l’amore è sconfinato: nel 2016 rifiutò il trasferimento al Napoli perché in quel caso la società serba, in difficoltà economica, non avrebbe incassato nulla dalla sua cessione (sarebbe andato via a parametro zero) mentre il Genoa versò 500mila euro. «A Napoli avrei anche guadagnato di più, ma in quella squadra non avrei mai trovato spazio: erano molto forti e io avevo bisogno di giocare».

Il Genoa poi la prestò al Chievo. Sei mesi da dimenticare: una presenza e solo sette minuti giocati. «Arrivai l’ultimo giorno del mercato di gennaio, in una squadra che aveva dei meccanismi collaudati da anni. La difficoltà con la lingua fece il resto»

Il suo soprannome è Dzigi: cosa significa? «Niente. Me l’hanno dato alcuni miei amici da bambino e me lo sono portato sempre dietro. In Italia mi chiamano tutti Ninko, in Serbia se uno mi chiama Ninko neanche mi giro: per tutti sono Dzigi».

Ad Ascoli ha scelto l’11 di maglia: perché? «E’ il mio numero preferito, quello che avevo al Partizan. Se posso scegliere prendo quello. Lo scorso anno a Empoli era occupato e giocavo con il 27».

Ha portato fortuna... «Abbiamo dominato il campionato. Io ho saltato la parte finale di stagione per la pubalgia. Ma conservo comunque un ottimo ricordo: giocavamo bene e il gruppo era molto affiatato. In più ho conosciuto Vivarini (esonerato durante la stagione e sostituito da Andreazzoli n.d.r.) che la scorsa estate mi ha portato ad Ascoli. Spero di ripagare la fiducia»

L'intervista completa è disponibile nell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 19 gennaio 2019 alle 10:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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