Una giornata, quella di ieri, dettata dalla paura e dalla psicosi che il Coronavirus possa diffondersi anche nel Piceno. Un continuo susseguirsi di notizie che ha alimentato un clima allarmistico amplificato inevitabilmente dai social. A generare le preoccupazioni degli ascolani soprattutto la concomitante partita con la Cremonese, poi rinviata ad un'ora dal fischio d'inizio quando già le squadre erano arrivate allo stadio Del Duca. Il fatto che Cremona sia distante pochi chilometri dal Lodigiano ha fatto sollevare più di un dubbio.
Squadra e staff cremonesi arrivano venerdì sera all'albergo Villa Picena di Colli del Tronto: una trentina di persone in tutto rimaste fino alle 13 di ieri quando salgono sul pullman diretti allo stadio Del Duca. Non c'è nessun clima di tensione nè fra i calciatori nè fra il personale dell'albergo. Nessuno pensa che da lì a poco la partita sarà rinviata. I calciatori fanno regolarmente colazione e pranzo, concentrati sul match, senza alcun sospetto di un rinvio che invece era nell'aria due ore prima. Solo poco prima delle 14 allo stadio i due club ricevono la notizia che la gara era stata rinviata e, poco dopo, intorno alle 15, il club lombardo riparte alla volta di Cremona. Solo quattro o cinque giocatori che si erano organizzati autonomamente, d'accordo con il proprio club, rimangono ad Ascoli per un po' ma poi ripartono a bordo delle proprie automobili. I responsabili dello stadio decidono: non c'è bisogno di bonificare gli spogliatoi perchè il virus non c'è. Si diffondono anche voci che un membro dello staff grigiorosso sia stato accompagnato all'ospedale Mazzoni per sottoporsi a test per rilevare la presenza del Coronavirus in quanto sarebbe stato a contatto con il trentottenne risultato positivo nel Lodigiano ma la società grigiorossa smentisce categoricamente. 

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 23 febbraio 2020 alle 10:00 / Fonte: Corriere Adriatico
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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