Scende in campo Marisa Bellini. La moglie di Francesco Bellini esprime con una lettera tutta la sua amarezza per ciò che sta succedendo intorno al club bianconero. «Cari tifosi, mi dispiace ricordarvi che l’Ascoli Calcio (sia la società che la squadra) non esiste più. È fallita nel dicembre 2013. Vi ricordate? Mi dispiace notare che,visti i contenuti della press release che ho letto, i tifosi dell’Ascoli Calcio non dovrebbero partecipare a nessuna partita, neanche alla vita quotidiana dell’Ascoli Picchio FC 1898. “La società Ascoli Picchio e il simbolo Ascoli Picchio non ci rappresentano, noi siamo l’Ascoli Calcio e ci sentiamo rappresentati esclusivamente dallo storico simbolo dell’Ascoli Calcio” allora che vi importa cosa facciamo? Non vi rappresentiamo! Voi dite “noi meritiamo di più”, io dico: voi non meritate noi! Ora che ho espresso la mia amarezza, lasciatemi continuare in modo più normale.Mi dispiace vedere un tale atteggiamento da parte di un gruppo di cittadini di Ascoli (dimentichiamo il sindaco per adesso), una città che ha bisogno di una squadra di calcio più che mai. Pensate bene a quello che fate. Il ruolo di un vero tifoso è sostenere la squadra, criticare, suggerire, mandare all’altro paese quanto vuole, ma non si possono aggredire giocatori,minacciare, sputare o incitare alla violenza e un vero tifoso non può comandare e gestire lasocietà.Carissimi “tifosi di Ascoli Calcio”, viviamo nel 2018 e non negli anni ‘70-‘80-‘90, il passato è il passato, vi auguro di costruire il futuro e lasciare andare il passato. Siamo nell’era dell’alta tecnologia e dei social media siamo sotto gli occhi del mondo. Quale immagine di voi e di Ascoli volete ritrarre nel vostro paese e nel mondo, come teppisti ? (nemmeno l’Inghilterra li ha più), o come grandi fans della propria squadra di calcio?Vi prego di prendere nota di ciò che fate e dite perché rimarrà per sempre. Spero che voi capiate il mio desiderio di scrivere queste righe. Il mio amore per Ascoli (che ho sviluppato nel tempo) e, soprattutto l’amore di Francesco per Ascoli e il calcio, non deriva dalla voglia di potere, gloria o guadagno (queste cose lui le ha già nel Canada e nel mondo nel suo campo), ma solo un semplice amore per il proprio luogo di nascita, forse questo concetto è difficile da capire per qualcuno che non è mai stato un emigrante».

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 24 giugno 2018 alle 14:00
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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