Lacrime e rispetto. Sono queste le uniche due parole che vanno inserite nel contesto che, sportivo, può solo regalare novanta minuti di svago dalla tragica realtà a chi volesse. La posta alla fine viene equamente divisa grazie alle reti dei giovani Cassata e Morra, arrivate una prima del riposo, l’altra prima del fischio finale.

Scelte obbligate. Defezioni a iosa, soprattutto per squalifica, per la prima in campionato di Aglietti. Sono Augustyn, Giorgi (peraltro infortunato), Perez e Carpani. Scelte obbligate quindi dietro con Cinaglia al fianco di Mengoni, Hallberg e Cassata in mediana con Bianchi e Gatto che batte Lazzari nel ballottaggio per il posto di esterno mancino. Prime scelte anche per Longo che teoricamente ricalca lo schieramento dei piceni lasciando in panca l'ex Altobelli e bomber Ebagua.

Linea verdissima. Interessante la catena mancina dei Leoni con Mammarella, Castiglia e Vajushi, già ben oliati. Le ali destre, però, sono sempre le più emozionanti come ai vecchi tempi. Sono loro ad accendere il match. Prima Orsolini «ronaldeggia« dalla sua mattonella ma fa tutto benissimo fuorché il tiro, in bocca a Provedel. Poi l'ex Mustacchio (col capello «alla Messi«) arriva puntuale all'appuntamento col taglio calciandola alla grande, ma Lanni è ai suoi consueti livelli. Hallberg sventaglia (e a volte lo fa troppo) a destra e manca, Bianchi gli fa da vice-regista, Cacia sbatte più volte contro il muro dei centrali di casa, comunque sempre con il piglio del leader. Così la sfida scorre via senza pathos fino al vantaggio di Cassata, all'esordio in cadetteria. Poco o nulla per il talento scuola Juve fino al fendente dal limite sul nuovo spunto di Orsolini, azionato dal capitano. Provedel è battuto sul primo palo con la sfera che viene incrociata perfettamente (e sporcata da Bani) dopo essere uscita senza padrone dal traffico dell'area piemontese. Mucchio giallo (il colore delle maglie del Picchio, con una dedica - #SOSAAA - alle aree colpite dalla tragedia del terremoto al posto del main sponsor) ad esultare prima del fischio del riposo.


Lanni superstar ma non basta. Longo manda a scaldare Ebagua (rileverà Budel al 63') mentre Mignanelli guadagna la scena ad inizio ripresa e da buon diesel inizia a lanciare qualche segnale in mancina. Deliziosa una scivolata in recupero su Mustacchio pulita e precisa. Tagliare il campo con fendenti in mediana o in area sembra essere leit motiv del progetto offensivo del nuovo condottiero bianconero. E un metro oggi, due metri domani, l'Ascoli si ritrova con Mengoni a un passo (letteralmente, un passo) dal raddoppio sul corner dalla sinistra di Gatto. Sfera alta e mani nei capelli per il difensore di Porto San Giorgio.

Può un portiere segnare un gol? Chiedetelo a Lanni, che vola, davvero, vola a deviare sulla traversa con la mano sinistra la punizione, verrebbe da dire la solita punizione, di Mammarella dai ventitre destinata a sfrattare il ragno dal ‘sette’. Segnare un gol pur senza buttarla dentro, si può. Longo prova il tutto per tutto inserendo Altobelli e Morra negli ultimi quindici, Aglietti abbassa i suoi col 4-5-1 con i muscoli di Addae a fare da frangiflutti per gli assalti della Pro. Primo: a nove dalla fine vede ancora Mustacchio a chiudere sull’esterno il calibrato di Mammarella. Palla a lato di un soffio. Secondo: Morra schiaccia di testa lo spiovente dalla destra, Lanni dice ancora di «no». Terzo: ancora Morra, ancora «di cabeza» sulla torre di La Mantia. La difesa del Picchio stavolta dorme e l’ex Toro può andare ad abbracciare il suo mentore in panca proprio prima del recupero, dandogli ragione nella contro sfida dei cambi a gara in corso. Finisce (giustamente) in parità, ma la sostanza non cambia. Lacrime e rispetto, è solo questo il messaggio di una giornata diversa, purtroppo molto diversa, da quello che gli sportivi si sarebbero aspettati per la «prima» del Picchio di Alfredo Aglietti.

Lacrime e rispetto. Sono queste le uniche due parole che vanno inserite nel contesto che, sportivo, può solo regalare novanta minuti di svago dalla tragica realtà a chi volesse. La posta alla fine viene equamente divisa grazie alle reti dei giovani Cassata e Morra, arrivate una prima del riposo, l’altra prima del fischio finale.

Scelte obbligate. Defezioni a iosa, soprattutto per squalifica, per la prima in campionato di Aglietti. Sono Augustyn, Giorgi (peraltro infortunato), Perez e Carpani. Scelte obbligate quindi dietro con Cinaglia al fianco di Mengoni, Hallberg e Cassata in mediana con Bianchi e Gatto che batte Lazzari nel ballottaggio per il posto di esterno mancino. Prime scelte anche per Longo che teoricamente ricalca lo schieramento dei piceni lasciando in panca l'ex Altobelli e bomber Ebagua.

Linea verdissima. Interessante la catena mancina dei Leoni con Mammarella, Castiglia e Vajushi, già ben oliati. Le ali destre, però, sono sempre le più emozionanti come ai vecchi tempi. Sono loro ad accendere il match. Prima Orsolini «ronaldeggia« dalla sua mattonella ma fa tutto benissimo fuorché il tiro, in bocca a Provedel. Poi l'ex Mustacchio (col capello «alla Messi«) arriva puntuale all'appuntamento col taglio calciandola alla grande, ma Lanni è ai suoi consueti livelli. Hallberg sventaglia (e a volte lo fa troppo) a destra e manca, Bianchi gli fa da vice-regista, Cacia sbatte più volte contro il muro dei centrali di casa, comunque sempre con il piglio del leader. Così la sfida scorre via senza pathos fino al vantaggio di Cassata, all'esordio in cadetteria. Poco o nulla per il talento scuola Juve fino al fendente dal limite sul nuovo spunto di Orsolini, azionato dal capitano. Provedel è battuto sul primo palo con la sfera che viene incrociata perfettamente (e sporcata da Bani) dopo essere uscita senza padrone dal traffico dell'area piemontese. Mucchio giallo (il colore delle maglie del Picchio, con una dedica - #SOSAAA - alle aree colpite dalla tragedia del terremoto al posto del main sponsor) ad esultare prima del fischio del riposo.


Lanni superstar ma non basta. Longo manda a scaldare Ebagua (rileverà Budel al 63') mentre Mignanelli guadagna la scena ad inizio ripresa e da buon diesel inizia a lanciare qualche segnale in mancina. Deliziosa una scivolata in recupero su Mustacchio pulita e precisa. Tagliare il campo con fendenti in mediana o in area sembra essere leit motiv del progetto offensivo del nuovo condottiero bianconero. E un metro oggi, due metri domani, l'Ascoli si ritrova con Mengoni a un passo (letteralmente, un passo) dal raddoppio sul corner dalla sinistra di Gatto. Sfera alta e mani nei capelli per il difensore di Porto San Giorgio.

Può un portiere segnare un gol? Chiedetelo a Lanni, che vola, davvero, vola a deviare sulla traversa con la mano sinistra la punizione, verrebbe da dire la solita punizione, di Mammarella dai ventitre destinata a sfrattare il ragno dal ‘sette’. Segnare un gol pur senza buttarla dentro, si può. Longo prova il tutto per tutto inserendo Altobelli e Morra negli ultimi quindici, Aglietti abbassa i suoi col 4-5-1 con i muscoli di Addae a fare da frangiflutti per gli assalti della Pro. Primo: a nove dalla fine vede ancora Mustacchio a chiudere sull’esterno il calibrato di Mammarella. Palla a lato di un soffio. Secondo: Morra schiaccia di testa lo spiovente dalla destra, Lanni dice ancora di «no». Terzo: ancora Morra, ancora «di cabeza» sulla torre di La Mantia. La difesa del Picchio stavolta dorme e l’ex Toro può andare ad abbracciare il suo mentore in panca proprio prima del recupero, dandogli ragione nella contro sfida dei cambi a gara in corso. Finisce (giustamente) in parità, ma la sostanza non cambia. Lacrime e rispetto, è solo questo il messaggio di una giornata diversa, purtroppo molto diversa, da quello che gli sportivi si sarebbero aspettati per la «prima» del Picchio di Alfredo Aglietti.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 28 agosto 2016 alle 09:00
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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