Dietro lo sguardo della tigre divampano forza, coraggio e maestosità, e si nascondono aggressività, confusione emotiva e rabbia inespressa. La tigre è un fuoco giallo che appare all’improvviso nel buio della foresta scrive Fabrizio Caramagna. È il più grande dei felini ed è un predatore alfa (top predator), che si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura.

Il nostro caro Nikolino ha gli occhi della tigre. Nikola Ninkovic è la tigre. È un top player. Ha quella maestosità nel calciare palloni e nel servirli ai compagni unica nella platea della serie B. Ha quell’aggressività, quella foga che lo porta sia a segnare che a ingenuità comportamentali, che ostacolano l’ascesa che merita. È quel misto di genio e follia, che lo rende unico, ma imprescindibile. Perché se non c’è foresta senza tigre, non può esserci attualmente un Ascoli senza Ninkovic.

È quella tigre solitaria, che non si vede mai con i compagni di squadra se non in campo. Rari social, rari sorrisi. Eppur lo descrivono come buono e generoso. Ha perso Ardemagni, che probabilmente era il suo più fedele amico felino. Ha perso la fiducia della maggior parte della tifoseria, e poi della società. Ma la tifoseria ha saputo fare un passo indietro, ha capito. Si è ripresa il suo cucciolo. Tale era diventato a termine del bistrattato mercato di gennaio, lasciato all’oblio da una società che era pronta dapprima a venderlo come pietra preziosa, poi a scaricarlo al primo circo ambulante (non ce ne voglia il Crotone).

È una tigre solitaria, che ha gli occhi di fuoco. Ieri l’arena deserta del Del Duca è stata sua. Gol a parte. Bellezza e aggressività. Non si pretende di aver 11 tigri in campo: si alternerebbero vittorie a punteggio tennistico, a sconfitte per numero di espulsioni oltre soglia. Noi ce n’abbiamo una, la più rara, quella serba. Che non miete vittime, ma regala arte e sregolatezza. Perché noi ascolani, non siamo in fondo cosi?!

Sezione: Copertina / Data: Gio 05 marzo 2020 alle 18:00
Autore: Massimo Virgili
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