Sembra che si sia tutto fermato. Eppur si vive. O meglio si convive con una situazione che è una sorta di guerra senza bombardamenti, ma comunque pericolosa. Tutta la popolazione è soggetta a tale isolamento, nonostante buona parte degli italiani continua a lavorare per portare avanti il resto della baracca.

Nelle zone meno colpite dall’infezione virale chi più chi meno esprime la sofferenza nello stare in casa. Si dimenticano che però hanno tutte le comodità: internet, televisione, divano e social vari. O forse non sanno che circa tre anni fa, un mix di neve e terremoti hanno trasformato le case dell’entroterra Piceno e Abruzzese in dimore senza energia elettrica e senza riscaldamento. In casa era freddo e buio tanto quanto lo era fuori. Quella situazione durò per una decina di giorni, giorni di non vita.

Siamo relegati al minimo rapporto indispensabile con l’umanità e la natura. Ma torneremo più forti di prima. Non solo la gente picena non molla mai, ma oramai è anche abituata a far fronte alle varie sofferenze che trafiggono a intervalli costanti un territorio che trema, gela e rischia di infettarsi, ma passata la tempesta non risorge nella quiete, ma nella vittoria.

Chissà cos faranno i nostri amati calciatori dell’Ascoli Calcio. Chissà quando riprenderanno gli allenamenti e se torneranno a competere sotto il sole estivo. Chissà, difficile immaginare come possano riprendere una forma decente dopo uno stop che non ha eguali nella storia del calcio moderno.

In ogni caso, anche loro devono attenersi alle regole dell’educazione picena. Rialzarsi più forti di prima e soprattutto meglio di prima. Il nostro Popolo non è abituato a giustificarsi. L’astinenza non è mai una scusa. Noi ci rialziamo, ci confortiamo, ci aiutiamo e poi divampiamo in nuova energia.

Squadra dell’Ascoli Calcio hai tempo, ora, per meditare su cosa potevi esser e su cosa in realtà hai dimostrato. La vita prima o poi riprenderà. Cari calciatori siate forti, caparbi, determinati ed “educati” a modo nostro.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 18 marzo 2020 alle 18:00
Autore: Massimo Virgili
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