Urlando contro il cielo, che piove lacrime di gioia.

Un film già visto, quasi un anno fa (Ascoli Crotone 3-2, 30/12/2018). Squadra calabrese, stessi colori avversari, stesso arbitro, stesso incipit di partita. Pronti partenza via, e presepe ascolano anticipato. 0-2 e piove sul bagnato.

Ma stesso finale di due film bellissimi. Perché ci assentiamo, facciamo confusione, e se ce ‘rpiglia le Madonne, siamo sempre i primi a far cavolate. Teste calde, teste fritte, come le nostre olive. Geniali, eleganti, saporiti, come le nostre olive.

Ninkovic stavolta lascia a casa la versione bambino capriccioso e porta con sé solo il bambino prodigio. Gol, due assist di cui l’ultimo capolavoro. No, non si può fare a meno di un giocatore cosi, che a tratti va anche a recuperar la palla. Quando ce l’ha lui poi … inventa, dipinge, finalizza al meglio. Una partita quadro da museo, e stavolta il pallone se lo può portare a casa senza problemi.

Ci vuole tatto, quando Zanetti toglie fuori Ardemagni, che ha battuto il record di fuorigioco in una partita, per inserire il baby bomber.

Eh già, ci vuole la spensieratezza di un ventenne, già ambito su scala nazionale, a dirci che al gruppo di quest’anno gli piace il brivido, che però tradotto nel linguaggio dei tifosi si chiama “crepacuore”.

Applausi ai ragazzi, applausi a tifosi. I primi non si arrendano allo svantaggio, i secondi né allo svantaggio né alle intemperie metereologiche.

Perché ormai, quel motto è intrinseco al DNA Piceno. La gente come noi non molla mai.

E il bello arriva … quando ci crediamo, anche solo un po' di più.

E allora quando è figo saltellare sulle note di “Get get down” a tutto volume al Del Duca!?…. mentre dentro il petto rimbomba il coro ”Che pozza piove fino a dematina…“

Sezione: Editoriale / Data: Mar 26 novembre 2019 alle 20:22
Autore: Massimo Virgili
vedi letture
Print