Potremmo stare a parlare ore di quanto questa stagione, fino ad ora, sembra essere una delusione. A mio avviso, però, non lo è. Il malcontento comune mi appare quanto più esagerato. Si è figli di un'esasperazione sportiva costruita su ambizioni esagerate ed ipocondrie infondate. Si, è vero, questa squadra aveva ambizioni play-off e tutti in estate, Patron incluso, si erano lasciati andare a dichiarazioni forse fin troppo ottimistiche. La partenza è stata delle migliori, riuscendo a toccare perfino il primato solitario ma poi, con l'avanzare delle giornate, si è tornati sulla terra, sbattendoci la faccia. L'Ascoli ora è nella parte destra della classifica, dove non era mai stata con Zanetti e deve abituarsi a gaurdarsi le spalle perché questa Serie B può regalare sorprese in positivo ed in negativo. Nessuna gara è scontata e nessuna squadra - Livorno escluso - è sconfitta in partenza. Stellone è un buon allenatore, il suo compito è mostrare a questa squadra i vantaggi della normalità ai quali l'Ascoli ed i suoi tesserati non sono certo stati affini in questi mesi di campionato. Tra ambizioni esagerate, teste calde, screzi, contestazioni e litigi, nessuno dei protagonisti di questa stagione (fino a quest'oggi), da Zanetti ai tifosi, da Da Cruz e Ninkovic al Patron, si è mostrato capace di accettare una stagione normale, forse come quella dello scorso anno. Una stagione democristiana, di transizione. Stellone ha invece dimostrato di voler abbassare le pressioni, di non voler volare in alto e di non esacerbare gli animi con pretese o promesse assurde. Il ritorno alla normalità, con tutto ciò che ne deriverà, sarà il successo più grande di questa stagione, proprio perché è nella serenità e nella normalizzazione delle varie fasi di una stagione che si costruiscono realtrà come Cittadella, Pordenone e Sassuolo.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 17 febbraio 2020 alle 17:42
Autore: Paride Paci
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