Nell' anticipo della 12^giornata del campionato cadetto l'Ascoli  affronta in trasferta un Crotone reduce da due sconfitte consecutive. Entrambe le compagini vogliono centrare l'intera posta in palio per raggiungere i piani altissimi della classifica, dunque è una sfida delicata e rilevante per capire le reali ambizioni delle due rose.

Mister Zanetti decide di arginare la forza del Crotone adottando un 3-5-2 speculare ai padroni di casa; in difesa è Pucino ad affiancare Brosco e Gravillon, la linea mediana è composta da Troiano, Brlek e Cavion con Gerbo e Padoin esterni; in attacco spazio alla coppia Da Cruz-Scamacca.

L'avvio di gara è da incubo per il Picchio: troppi errori in fase di uscita che consentono agli avversari di prendere subito campo e di passare quindi in vantaggio. La reazione è sterile, segno che la squadra non gioca in maniera tranquilla, forse disorientata per il cambio di modulo. I reparti sono troppo lunghi, a centrocampo manca il filtro e ciò permette agli Squali di timbrare anche il 2-0, approfittando di un'ingenuità di Pucino. Subito dopo, gli uomini di Zanetti accorciano le distanze grazie ad un autogol;da rivedere l' ottimo scambio sulla catena di destra tra Gerbo e Cavion, autori di una prestazione sufficiente. L'inerzia del match potrebbe cambiare ma i calabresi sono bravi a riprendere in mano il pallino del gioco. Anche il secondo tempo vede il Crotone gestire senza troppi affanni il risultato, i bianconeri non hanno lo spunto né le idee chiare per impensierire seriamente la retroguardia locale, da segnalare soltanto un legno colpito da Da Cruz su un tiro-cross interessante. Nel finale la squadra di Stroppa cala il tris, in seguito ad un'incertezza tra Valentini e Leali.

Per i marchigiani è notte fonda, un KO assolutamente meritato che denota i limiti caratteriali di questa rosa. Ci si aspettava un atteggiamento più aggressivo, a livello tattico i reparti erano troppo sfilacciati e ciò ha permesso al Crotone di rendersi pericoloso con estrema facilità; il nuovo assetto non ha prodotto i frutti sperati, anche sul piano tecnico gli uomini di Zanetti hanno mostrato un'involuzione preoccupante, troppi i regali agli avversari e troppi errori di concetto, simbolo di una condizione mentale non proprio ottimale. Si è visto un gioco privo di idee, espresso soprattutto con azioni confuse e individuali. Ora arriva la pausa per le nazionali: può essere utile per ricompattare il gruppo (Ninkovic tornerà ad allenarsi regolarmente da lunedì) e migliorare i meccanismi di squadra, oltre a riacquisire una certa autistima e fiducia. Certo, questo non è l'Ascoli che vogliono i tifosi, ma nulla è perduto; è inutile gettare del veleno in questo momento perché altrimenti si rischia di deconcentrare l'intero ambiente in vista della gara interna contro il Cosenza in cui bisogna ritornare alla vittoria per rimanere agganciati al treno playoff. Un sincero applauso va senza dubbio ai 29 irriducibili ascolani che in un giorno lavorativo hanno macinato più di 1000 km, spinti dalla passione verso questa gloriosa maglia.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 09 novembre 2019 alle 00:25
Autore: Cristian Saluti
vedi letture
Print