Danilo Quaranta è il primo simbolo della rinascita dell'Ascoli. La sua storia è davvero strana. Classe 1997, trafila nel settore giovanile bianconero, dopo un paio di stagioni in prestito discrete in lega Pro tra Olbia e Pistoiese, torna all'Ascoli di Vivarini. Buon inizio, poi qualche errore. Bocciato. Va a Catanzaro. Anche li un ottimo inizio, poi i problemi fisici e poi il lockdown. Torna all'Ascoli da fuori rosa e col contratto in scadenza. 12 tribune, mai preso in considerazione. Poi nell'emergenza totale, senza Brosco e Avlonitis, a Vicenza tocca a lui. Partita ottima, che gli vale la conferma a Monza. Altra partita all'altezza. Ma la svolta è stata ieri. Nella gara piu delicata, contro gli avversari piu' forti, vince a mani basse il ballottaggio con Avlonitis per mettersi a fianco dell'insostituibile Brosco. Partita superba, attenta, concentrata, senza mollare mai l'osso (come detto dal ds Polito in conferenza stampa). E chi se lo aspettava ? Io no di certo, davvero in pochi. Ora. Con questo, lungi da noi pensare che non occorrano rinforzi dietro, anzi, probabilmente è il reparto in cui ci sta bisogno piu di tutti di manovre sul mercato, ma Quaranta, questo Quaranta, ha dimostrato ampiamente di poter far parte di questa rosa di difensori. Perchè in piu degli altri , oltre ad aver commesso poche sbavature, ha una cosa che lo contraddistingue. Il senso di appartenenza. Il sentimento che lo lega all'Ascoli per averci giocato da quando era ragazzino, il cuore e l'anima che lo fa mettere a disposizione in maniera totale alla causa, permettendogli di dare quel quid in piu. Bravo Danilo, continua cosi, senza montarti la testa. Ma lo sappiamo. La normalità è la tua forza. Prosegui su questa strada.

Sabiri è il calciatore di maggior talento della rosa. La sua posizione è quella. Trequartista, nel vivo della manovra. Ne piu ne meno. Nè esterno (avulso dal gioco e indolente in fase difensiva) nè mezzala (correre dietro agli avversari gli crea troppa fatica come dimostrato a Frosinone e a Venezia). Sabiri trequartista, con una o due punte (una delle quali comunque mobili e che gli vanno a coprire eventuali scompensi tattici), è il modulo che ha messo in condizione il talento di sprigionare la sua classe. Primo tempo cosi e cosi, ancora non completamente nel vivo del gioco. Poi la perla della punizione, una ripresa in crescendo,un giocatore che gioca con la squadra e per la squadra. Il raddoppio, con estrema freddezza. Le punizioni guadagnate, i tanti falli subiti perchè viene incontro a dare una mano ai compagni offrendogli unoo scarico e le corse per non far giocare i difensori e i centrocampisti avversari. In avanti, sempre in avanti. Sottil lo chiamava su Vicari. Ulimo uomo della Spal. Giocatore che va ancora a strappi come detto da Sottil, che ha qualche pecca ancora nella postura del corpo e nello stop orientato. Ma che porta numeri indiscutibili e gol in dote alla truppa. Da lui può passare la salvezza.

Delio Rossi ha commesso errori. E ha commesso errori anche la dirigenza che ha puntato su di lui. Grande, grandissimo allenatore che fu, gli è stata affidata una patata bollente che non ha saputo gestire. Passi per le prime 3 gare nelle quali aveva raccolto un punto, successivamente l'Ascoli ha incassato sonore sconfitte e lezioni tattiche dal Cosenza, dal Vicenza e dal Monza. Le prime due, squadre senza dubbio alla portata dell'Ascoli. Nessuno chiedeva a Rossi di vincerle tutte e sei, ma ricordiamo che l'Ascoli lo aveva preso per fare la differenza. E invece il mister è apparso quasi spaesato, non calatosi perfettamente nella realtà e con poca conoscenza della rosa che aveva a disposizione. Non è solo colpa sua probabilmente, anzi quasi sicuramente, ma il campo ha parlato in maniera inequivocabile. Un solo punto in 6 gare è stato anche un danno morale a squadra e ambiente, facendo credere che l'Ascoli avesse una squadra totalmente inadeguata. E i giocatori ne hanno risentito. Che l'Ascoli abbia tuttora bisogno di almeno quattro pezzi importanti di categoria è noto a tutti. Ma che l'Ascoli non fosse neppure in grado di fare un paio di punti in piu' in quelle 6 partite è inammissibile, e guai a smentire. E chi vi scrive, è un grande ammiratore dell'allenatore Rossi. Ma, forse, dell'allenatore che fu altrove e che probabilmente sarà ancora in altre piazze in futuro, e non di quello che ha fatto vedere in Ascoli

Sottil non solo ha vinto, al debutto, la partita con il piu' esperto e titolato Marino. L'ha stravinta su tutti i piani. In primis sul gioco e sull'idea. Aggredire in avanti, squadra corta, attacco con due punte e un trequartista per inibire il palleggio arretrato della Spal e ficcanti ripartenze con due tocchi. grande capacità di ribaltare l'azione in velocità e anche nell'inizio di essa idee chiare, perchè l'Ascoli di ieri non è stata solo difesa e ripartenze. Ma Buchel invero ha toccato una quantità industriale di palloni, Saric ha spaccato la mediana avversaria e Cavion ha corso e contrastato come mai aveva fatto quest'anno. In secundis, sul piano dell'identità. Perchè Marino, che per chi vi scrive rimane un signor allenatore, ha un grave difetto. Quando incontra squadre che gli ''sporcano'' la partita, soffre, prediligendo lui giocatori tecnici e di qualità. E Sottil l'ha fatto, ha puntato sull'aggressività, sulla volontà ma anche su qualche fallo tattico resosi necessario quando la Spal avanzava con l'onda rossa. Al resto ci hanno pensato gli insuperabili Brosco e Leali. Ultimi baluardi di una difesa che ha visto i terzini Corbo e Pucino, quest'ultimo a sinistra, che si sono concentrati solo ed esclusivamente alla fase difensiva. Bravo Sottil, ma questo è solo l'inizio. Vediamo cosa accadrà a Empoli. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 28 dicembre 2020 alle 10:11
Autore: Manuel Fioravanti
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