Ieri sera con un comunicato ufficiale, l'Ascoli Calcio ha ufficializzato la separazione dal direttore sportivo Giuseppe Bifulco. Chi vi scrive, mai mai e poi mai dimenticherà l'aspetto umano, unito ovviamente a quello sportivo, di colui che, arrivato lo scorso anno a sostituire Tesoro, ha portato a termine con umiltà, dedizione, spirito di sacrificio, senso di appartenenza e estrema competenza, il proprio lavoro. Contribuendo all'arrivo di Dionigi in maniera determinante e quindi, di riflesso, al raggiungimento di una salvezza dai contorni epici. Bifulco ha fatto quadrato, ha ''emarginato'' la squadra da fattori esterni e polemiche, ha svolto un lavoro di un importanza vitale e nessuno, e dico nessuno, può permettersi il lusso di non riconoscerglielo e non ringraziarlo. Indimenticabili le sue corse a fine di ogni vittoria, i suoi abbracci, i suoi ''mucchi'' con i calciatori al fischio finale dell'arbitro dopo i 6 risutati positivi consecutivi ottenuti dall'Ascoli. Un vero e proprio uomo di campo in tutto e per tutto, anzi forse piu di campo che di mercato. Quest'anno, via via, con l'arrivo di Ducci e Grassi, il suo ruolo si è andato un pò ridimensionando, fino a quando, qualche giorno fa, le due parti hanno maturato l'idea che forse era meglio dirsi addio. Ciò nulla può e deve togliere al suo lavoro zelante e appassionato , riconosciutogli a pieno regime dalla piazza. Già, la piazza. Quella piazza che ha appreso la notizia con estremo dispiacere, quella piazza che si ritrova attualmente spaesata, che rumoreggia verso risultati e classifica deficitaria (e come dargli torto), che attende un pò di meritata serenità, che spera di essere partecipe, se non nelle dinamiche interne societarie, almeno a quelle che piu si portano a essere pubbliche. Primo fra tutti, il silenzio stampa. Certo, nessuno chiede duecento interviste giornaliere per sapere tutto ciò che sta succedendo, nessuno chiede che società e giocatori rilascino dichiarazioni a ogni pie sospinto e tutti capiscono che magari la scelta può essere dettata dal momento di difficoltà nel quale si sceglie di lavorare a testa bassa. Lo si può comprendere, è naturale. Ma non ci sembra giusto e opportuno in questo periodo gia falcidiato da quarantene e decessi vari, in cui molti hanno perso i propri cari, privare il tifoso (in generale, non solo quello ascolano) di un qualcosa che fondamentalmente gli appartiene. Occorre ritrovare l'unità di intenti, occorre ritrovare lo spirito combattivo e occorre che questa volta, il passo lo faccia la società. Perchè gran parte della piazza nella scorsa estate, ha dato giustamente fiducia al progetto tecnico della proprietà, la quale fu anche abbastanza chiara, nelle vesti di Ducci, a ufficializzare che il mercato sarebbe stato piuttosto particolare, anche guardando all'estero. La società non si chiuda nel silenzio, non neghi alla tifoseria la semplice intervista pre e post partita da parte dell'allenatore o da parte di qualche protagonista, non impacchetti il Picchio Village, non corra il rischio di implodere all'interno per poi esplodere all'esterno. Provi a tendere una mano, perchè in Ascoli, le grandi imprese le abbiamo costruite sempre con l'unità delle componenti. Nessuno vuole sapere affari privati e personali, nessuno chiede di sapere tutte le dinamiche che accadono nelle sedi opportune. Ma si faccia in modo di tendere una mano, di rendere partecipi chi può essere anche d'aiuto, di supporto, chi possa fungere da padre, genitore e fratello maggiore. I risultati non arrivano, sono li a testimoniare che, nonostante il grande impegno profuso nell'arrivo di numerosi giocatori in poco tempo quest'estate, qualcosina a livello tecnico è stato sbagliato. In primis, la scelta di Bertotto, in secondo luogo le carenze nei terzini, in terzo luogo l'assenza di una spalla produttiva vicino al centravanti Bajic, e in ultimo il voler insistere su Bertotto anche quando era chiaro che non fosse stato all'altezza. L'arrivo di Delio Rossi testimonia che la volontà di salvare la baracca c'è tutta. Ma non basta, o per lo meno non basta da subito. Occorre il giusto tempo e occorre un intervento sul mercato. Occorre però prima ancora riunire le forze. Tutti insieme per un unico obiettivo. Società, stampa, supporters e squadra. Per il bene comune. L'Ascoli Calcio. 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 11 dicembre 2020 alle 09:55
Autore: Manuel Fioravanti
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