Scatta quest’oggi alle ore 18:30 il raduno dell’Ascoli Calcio in vista della stagione 2020-2021 che vedrà per l’ennesima volta i bianconeri disputare il secondo torneo in ordine di importanza del campionato italiano. Una salvezza strappata al fotofinish la scorsa stagione grazie al lavoro di Davide Dionigi, allenatore che si è dimostrato caparbio e preparato per una battaglia del genere, supportato dall’altro artefice della straordinaria cavalcata finale, ovvero il ds Bifulco. Divergenze economiche hanno poi portato alla separazione tra le parti, tant’è che lo stesso Bifulco si è adoperato ieri per dire “Grazie, ma voltiamo pagina rispetto a Dionigi”, in occasione della presentazione del Dg Ducci e del neo allenatore Bertotto. E se la scelta del primo è una scelta piuttosto rassicurante per la piazza bianconera, vista la sua profonda esperienza nel Milan, per il secondo è chiaro che la scelta lascia un po’ l’amaro in bocca in quanto, dopo la cacciata di Dionigi, qualcuno, anche a ragione, sosteneva e sostiene che nella nostra piazza sarebbe servito un allenatore più carismatico e di personalità. Non inganni però nè il curriculum di Bertotto nè soprattutto la voglia di dare un giudizio netto a priori. Perché i quattro allenatori cambiati lo scorso anno, sono la testimonianza vivente di quanto in questo fantastico e meraviglioso sport, che il sottoscritto non smetterà mai di seguire, ciò che oggi è vero domani non lo è più. Tolta la parentesi Abascal, a conti fatti i risultati e i punti per la salvezza li hanno fatti i due allenatori più giovani e inaspettati. Zanetti all’inizio e Dionigi alla fine, hanno totalizzato i migliori score in ordine di media punti. Per quanto concerne il primo, addirittura è stato protagonista assoluto del miglior girone d’andata della storia recente dell’Ascoli con 27 punti, nonostante un rendimento esterno piuttosto discutibile. Il tecnico fu poi esonerato all’indomani della doppia sconfitta Trapani-Frosinone, in quanto ormai il rapporto con piazza e giocatori era deteriorato, tanto da fargli rifiutare il ritorno. Per quanto riguarda Dionigi, abbiamo già parlato sopra e ripeterci è inutile, i risultati parlano più di ogni altra cosa. Stellone invece, l’uomo “di grido” scelto dalla società per risollevare le sorti del Picchio e provare a puntare con estrema ambizione ai play off, ha fallito in tutto e per tutto, mettendo a referto solamente 2 punti in 5 partite e soprattutto subendo sconfitte abbastanza imbarazzanti nelle prestazioni con Spezia e Entella, o addirittura deprimenti come quella nel derby col Pescara. Valerio Bertotto di esperienza da allenatore nei club ne ha poca. Certamente avrà una fame da lupi, come si suol dire, perché per lui è l’occasione della vita. Come detto, il nome ha fatto storcere il naso ai più, ma se andiamo a circoscrivere la sua carriera, si nota come con la Pistoiese, nelle poche gare in cui è rimasto in sella, ha condotto la squadra a una salvezza importante con 10 punti in 4 gare. Con il Bassano ha raggiunto i play off , dove poi è stato eliminato, con il Messina ha lasciato l’incarico ben prima di poter essere giudicato, causa divergenze di mercato con la società, e con la Viterbese ha rimediato un esonero piuttosto inspiegabile con la squadra terza in classifica, ed è stato il primo di addirittura cinque tecnici fagocitati dal vulcanico presidente Camilli per raggiungere il quinto posto finale. L’Ascoli, come ampiamente confermato dall’esperto Ducci ieri, non avrà un compito facile. Le comprensibili restrizioni economiche post-Covid, unite a un biennio di massima spesa e minima resa dell’era Pulcinelli, con contratti capestro regalati qua e là e con calciatori forti ma presi senza una logica di gioco e senza un anima formante, hanno indotto chiaramente il patron a fare un passo indietro e a gettare le basi per quello che, in futuro, potrà divenire un Ascoli più logico, più programmato, più lineare. Taluni amano prendere in considerazione l’esempio di squadre come Cittadella e Pordenone. Minima spesa massima resa. Io dico che forse ancora è presto per immaginare di diventare così, i tempi non sono maturi, le situazioni sono diverse e le pressioni della piazza creano un’ atmosfera diversa tra queste realtà. Ma è pur vero che da qualche parte bisognerà pur cominciare per seguire l’esempio di alcune società virtuose. Probabilmente, sarebbe stato anzi più logico farlo due anni fa, quando il patron ha preso possesso della società di Corso Vittorio. Ma quello fa parte del passato. Ora c’è da guardare avanti e quando si sceglie di ripartire e tracciare una linea, occorre l’obbligo da parte di chi lo fa di credere fermamente in ciò che si fa. L’Ascoli ora ha fatto la sua scelta, e questa si chiama Valerio Bertotto. E dovrà difendere questa scelta fino a che ce ne sono i margini, fino a che ce ne siano le possibilità. E non pensare che dopo 3 pareggi si possa rimettere tutto in discussione. Di certo, un avvio con eventuali 10 sconfitte su 10 partite, è chiaro che porti qualsiasi società a delle riflessioni, ma a questo il Picchio non deve neanche pensare. Ci saranno delle difficoltà, sul mercato senza dubbio, in campo speriamo di no. Potranno esserci momenti duri specie nell’avvio di questo torneo. Ma mai l’Ascoli e la sua dirigenza devono perdere la bussola, onde evitare una confusione che sarebbe ancora figlia della poca organizzazione finora percepita e paventata anche dal Dg Ducci, che ha giustamente parlato di quanto sia importante strutturare una società prima di ottenere risultati. Parte dunque l’anno zero, parte un Ascoli che non amerà senz’altro la luce dei riflettori in questa stagione. Ma forse è meglio così. Zero proclami, zero voli pindarici e zero squilli di tromba. Solo umiltà e tanto lavoro, in primis per rendere idonea una rosa che, senza entrare nello specifico, ha bisogno di essere modificata e aggiustata, in secundis per confermare sul campo le buone intenzioni estive della società del patron Pulcinelli, la cui assenza ieri ha destato qualche preoccupazione in quanto è apparso strano che in una presentazione ufficiale, non ci fosse la sua faccia. Ma d’altronde, se come si è detto, si è fatta una scelta alla Pirlo, lo si è fatto anche nella forma, in quanto lo stesso tecnico fu presentato una settimana fa senza nessun esponente della società.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 28 agosto 2020 alle 12:37
Autore: Manuel Fioravanti
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