In tre minuti il Picchio viene spazzato via. Sono bastati due semplici istanti: la discesa dell’Arcangelo Gabriele e l’Annunciazione a spezzare i sogni di un’immacolata vittoria. Bajic ottimo in versione cecchino, molto meno in quella di wrestler, aveva illuso tutti. Sembrava davvero l’Annunciazione degli Immacolati. A un passo non solo dalla vittoria, ma anche dalla non violazione della propria porta.

Eppur c’è quello spirito maledetto di un anno da incubo, che sembra volerci condannare a tutti i costi. Anche in un secondo tempo dove è stato chiaro un Cangiamento. Anche se piccolo piccolo, come la stazza del giovanissimo attaccante ascolano. Si era persino intravista la mano di Mister Delio, che ha poi deciso lui stesso di nasconderla, sconfessando le sue idee (rapida sostituzione di Pierini) e le sue tattiche.

Eh già, sotto tanti aspetti siamo delle ingenue vergini, che fanno di tutto per non cadere in tentazione, poi dopo la prima volta si sbracano totalmente. E cosi nasce l’incredibile storia di una partita non giocata male e buttata via in 3 minuti. Perché il Pisa ci ha creduto dal primo all’ultimo minuto, sapeva che doveva vincere e l’ha fatto con prepotenza. Ha raddrizzato la sua storta torre e partita, davanti a quel Picchio in formato giallo pulcino, che al novantesimo di ogni partita oscilla incessantemente tra nulla e tenerezza.

Una squadra che sembrava più italiana rispetto a quella delle passate formazioni stava dimostrando di esser più gruppo di quelle passate. Ma al primo colpo veniamo tramortiti. Ci sono giocatori scarsi, forse è vero, ma ce ne sono altri che sono lungi da una condizione fisica e mentale ottimale.

La strategia del risparmio non sta pagando, anzi lo stiamo pagando caro. Ultimi, pallidi e assorti presso un rovente muro d’orto. E guardare quel mediocre Pisa, fatto di soli giovani italiani, fa forse capire, che non servivano voli pindarici per una tranquilla salvezza. Ovvero, quell’unico traguardo che ognuno di noi vive già come l’incubo dell’anno venturo.

Il finale è sempre quello: trovare la forza di andare avanti dopo l’ennesima sconfitta. Affinché il fuoco non si spenga mai.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 08 dicembre 2020 alle 19:19
Autore: Massimo Virgili
vedi letture
Print