Dalla condanna a morte alla deposizione del corpo di Cristo nel sepolcro passano le 14 stazioni della Via Crucis. Quel lungo percorso di Passione che sembra simile al destino del Picchio. Ne mancano ancora 12 e la prossima stazione per la religione cristiana recita: Gesù cade per la prima volta. Il Picchio non può, non può più cadere, è già caduto troppe volte, e se cade a Chiavari i chiodi sulla croce arriveranno prima dell’XI stazione.

Per la seconda volta consecutiva Sottil sbaglia formazione. Una squadra senza anima e precisione passeggia al Del Duca durante i primi 45 minuti in cui per il Pisa va di moda il – basta spingere - su regia horror di Raffaele Pucino. Il secondo tempo è tutta un’altra squadra, focosa, rabbiosa, desiderosa. I tifosi ci credono, ma alla fine il punteggio rimane 0-2. E ci rimane perché quando si tratta di fare l’ultimo passaggio si sbaglia sempre. Se il Pisa avesse costruito tutte le azioni che ha fatto l’Ascoli il secondo tempo sarebbe finita 0-5. Invece noi abbiamo Bajic al posto di Marconi, Parigini al posto di Palombi, Danzi al posto di Gucher e via dicendo.

Con quella maglia verde il Pisa si è confuso con il prato del Del Duca in una sorta di incantesimo in cui il Picchio sembrava giocare da solo e sbattere costantemente su stesso. È forse già finita la magia Sottil? L’effetto Dionisi? Il veleno di Bidoui? Eppur Sabiri ha giganteggiato e sembrerà esagerato, ma per questa categoria è sprecato, predica nel deserto. Ovvio quando si impegna. Bella anche la ripresa furiosa di Capitan Brosco, ma perché farsi sculacciare per tutto il primo tempo e provare a stendere l’avversario solo nel secondo?

La matematica dice che ci sono ancora 36 punti. La ragione dice che ne servono almeno 22, la speranza 20. Ma forse bisognerà accontentarsi dei play out. In ogni caso a Chiavari o si risorge o è Inferno. La croce è lì, non alziamola così presto. Almeno questo.

Quanto bisogna esser folli per crederci ancora?

Per aspera ad astra

Sezione: Editoriale / Data: Mar 02 marzo 2021 alle 21:15
Autore: Massimo Virgili
vedi letture
Print