Tra noia e dolore si perdono le parole. Le partite o meglio il campionato dell’Ascoli suonano come una fastidiosa litania pre funerale, che ti intontisce tra il forte odore dell’incenso e la vecchia che cantilena. Le partite del Picchio sembrano durare più che 90 minuti, 90 ore. Non di sofferenza, ma di noia assoluta.

I bianconeri sembrano talmente scarsi e svogliati che riescono quasi ad appiccicare la loro malattia anche agli avversari. Anche oggi, il Monza è sembrato avversario non solo abbordabile, ma pure inguardabile (almeno per ampi tratti della partita).

Questa squadra sembra un’ameba zoppa. Sembra sotto effetto di morfina, e sembra pure non digerire la cura Delio Rossi. Mamma mia quanto s’è invecchiato in un mese … ma se si auto-schierasse sulla fascia destra farebbe meno danni di Pierini.

Il giornalismo di questi tempi è sterile e povero. Tutte le parole sembrano un’accozzaglia di click sui tasti. Non si può scrivere all’infinito critiche verso questo o verso quello. Il dramma è che ci si stia veramente annoiando e stufando di vedere questa paralisi calcistica. Neanche la rabbia fa più capolino, e sta per piombare in un sonno profondo, tanto quanto quello che praticano i calciatori bianconeri.

Semplicemente si perdono le parole. Le avevamo qui un attimo fa, ma erano insulti, critiche, imprecazioni. Non ci sono più neanche quelle …

Frattesi, ma cosa ti dispiace? Non hai preso mai la porta quando eri bianconero. Per fortuna il destino ci ha risparmiato il gol di Bellusci o di Fossati.

Mamma mia quanto è lunga st’agonia, sta depressione, st’infinita litania.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 22 dicembre 2020 alle 21:13
Autore: Massimo Virgili
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