Un Patron sempre carico, dinamico, esplosivo, impulsivo e a tratti riflessivo. Sempre social sia quando c’è il sole che quando piove. Una personalità che accoglie sempre con ardore i suoi calciatori, li coccola e li elogia. Li mette sul piedistallo. Ma se scopre che fanno stupidi capricci li butta giù da una delle cento torri con freddezza e irriverenza, che nel calcio di oggi (con procuratori mafiosi e calciatori capricciosi) è una reazione da tenere come diktat. Fossero tutti Pulcinelli nel pianeta calciatori ci sarebbero meno vizi e più virtù.

E così dal 2018 calciatori, allenatori e dirigenti sono finiti nei gironi infernali Pulcinelliani uno dopo l’altro. Una legge del contrappasso che non ha risparmiato nessuno e bruciato carriere. L’unico che è riuscito a salvarsi dopo il brutto tiro che ha giocato all’Ascoli Calcio è stato quel Radosław Murawski che ora milita nel Lech Poznań, tuttora una delle migliori squadre polacche.

La lista delle anime che bruciano nel dimenticatoio dell’Inferno è assai lunga: Addae, Da Cruz, Ardemagni, Ninkovic, Cavion tra i calciatori (al quale si è aggiunto Sabiri), e Tesoro e Polito tra i direttori sportivi e Bertotto, Zanetti e Dionigi tra gli allenatori. E Pulcinelli li guarda tutti tra le fiamme con un sorriso beffardo. Nel mezzo del cammin della sua vita calcistica il Patron si trovò:

Addae: Non rinnova per un capriccio economico dopo aver militato per anni nel Picchio diventandone un beniamino. Si accasa alla Juve Stabia. Retrocede. Stato attuale: Svincolato.

Da Cruz: Il bambino dal folle carattere si brucia più velocemente delle sue corse palle al piede. Perde la testa a Trapani insultando tifosi e squadra, per poi approdare in seconda divisione inglese. Stato attuale: milita in una squadra messicana di seconda divisione.

Ardemagni: Osannato e coccolato come un figlio dal Patron soprattutto in occasione dell’intervento killer di Di Tacchio che gli spezzò il braccio. Poi il fuoco dell’amore si affievolisce. Nascono le prime scaramucce socio-mediatiche. Ardemagni va a Frosinone a scaldare la panchina, e poi a Reggio Emilia a fare i tuffi. Il Patron non la prende bene. Le scaramucce proseguono ma anche se solo via social sono legnate forti come realtà. Stato attuale: spettatore a Frosinone.

Ninkovic: Il serbo è stato uno dei calciatori più amati del recente Picchio. Coccolato da tifosi e patron, ne combina una dietro all’altra. Piedi fatati e testa da strega cattiva. Viene emarginato, reintegrato e poi isolato di nuovo. Ha portato il Picchio alla salvezza e poi si è distrutto da solo. Stato attuale: nulla facente.

Cavion: Il motorino veneto guida il Picchio a salvezza su salvezza ma poi comincia a ingolfarsi e a perdere i giri (di testa). Rilascia un’intervista a Dazn folle dopo aver segnato con la casacca del Picchio addosso. Fu così che comincia il viaggio con Caronte. Va alla Salernitana ma gioca sul divano. La Salernitana va in A, ma lui viene rispedito in B(rescia). Stato attuale: giocherà?

Sabiri: Coccolato fino all’ultima prodezza e oltre dal Patron. Poi anche il mago Abdelhamid soffre di mal di pancia. Come altri calciatori vuole fare la dieta a monete e bitcoin. Non si capisce se vuole andare in A o in Arabia. Non si allena, fa l’antisocial e rimane all’Ascoli. Quindi A no, Arabia no, Ascoli si, ma fuori rosa. Stato attuale: in giardino.

Di Tesoro non c’è neanche molto da dire: costruiva le squadre o senza tetto o senza fondamenta, sta di fatto che crollavano tutte. Ora chissà che fa. È il turno di altri e poi di Polito che si inventa un gioco campano come rito voodoo e poi viene lasciato fuori dalla porta. Ora è sceso di categoria. Entra il Lupo con la speranza che il suo ululato sia duraturo.

Totoallenatori: Zanetti è quell’anima che il Patron ha risparmiato all’Inferno. Approda in A col Venezia dopo esser stato scimmiottato dal Piceno intero ma protetto dal suo Presidente. Però la maledizione aleggia e chissà quando resterà ancora in sella alla sua gondola. Capitolo Dionigi: Salvezza all’ultime curve insperata. Si sente divino e pretende i soldi del Signore. Ma con Pulcinelli si sta “all’Inferno”. Fatto fuori, va a Brescia, fatto fuori. La sua anima torna nell’oblio da dove era venuta.

Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza, e per dare anima, corpo e mente ad una unica causa: L’Ascoli Calcio!

Parafrasando Pulcinelli …

Sezione: Editoriale / Data: Gio 02 settembre 2021 alle 12:00
Autore: Massimo Virgili
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