L' Ascoli si presenta allo Zini di Cremona in una condizione psico-fisica ideale per portare a casa il bottino pieno; dall'altra parte, una Cremonese vogliosa di migliorare la classifica e raggiungere le zone nobili. I bianconeri affrontano una vera corazzata, una rosa costruita per vincere il campionato che però non è riuscita ancora ad esprimere tutto il suo potenziale. Ad accompagnare i marchigiani in questa difficile sfida 260 supporters giunti in massa nonostante la giornata lavorativa e l'orario. 

Per contrastare il consueto 3-5-2 di Rastelli, Mister Zanetti adotta il 4-3-1-2 e riserva alcune sorprese, in particolare nella linea mediana: torna Petrucci playmaker ( Piccinocchi aveva ben figurato contro lo Spezia ) e Gerbo si accomoda in panchina, al suo posto l' ex Cavion. In porta Leali sembra aver scavalcato definitivamente Lanni, la retroguardia viene confermata in blocco e in avanti spazio al talento di Ninkovic a supporto di Ardemagni e Da Cruz. Nel primo tempo sono i padroni di casa ad avere il pallino del gioco, i bianconeri entrano in campo troppo molli e superficiali; i grigiorossi passano meritatamente in vantaggio a metà parziale e mandano in tilt gli ospiti, oggettivamente in confusione e non ben posizionati. L' unica occasione dell' Ascoli capita sui piedi di Padoin servito ottimamente da un Ninkovic troppo nervoso e poco incisivo. Nel secondo parziale la Cremonese lascia la supremazia del campo al picchio, preferendo giocare di rimessa ma in pratica rischia soltanto ad inizio secondo tempo quando il neo entrato Rosseti sciupa clamorosamente una ghiotta occasione per pareggiare. Ha vinto la squadra che è rimasta più compatta e ha mostrato maggior determinazione, per l' Ascoli un piccolo passo indietro per quanto riguarda la qualità del palleggio e l' atteggiamento troppo compassato dei suoi uomini di maggior talento. Da registrare l' eccessivo nervosismo di Ninkovic (uscito dal campo scuro in volto, camminando) e un Da Cruz questa volta troppo solista e non concentrato al massimo. A centrocampo soprattutto nella prima frazione è mancato il filtro; Petrucci si è limitato a fare il compitino, Cavion è andato in difficoltà e Padoin ha mostrato grande generosità e corsa, ma un po' impreciso sotto porta. Forse ad un certo punto era meglio inserire Gerbo, un uomo che porta velocità ,grinta e inserimenti ma anche parecchia qualità nel tiro da fuori. In difesa il migliore in assoluto è stato Gravillon: con lui non si passa, molto abile negli uno contro uno grazie ad una notevole velocità e prestanza fisica. In porta invece Leali ha confermato le sue doti da "felino" e, da quanto affermato dal mister, sarà il portiere titolare. È una sconfitta che non è piaciuta per l' atteggiamento ma ci può stare in un processo di crescita di una rosa che ha enormi potenzialità ma che deve sempre rimanere sul pezzo, senza avere cali di tensione. Bisogna continuare a lavorare senza eccessive pressioni cercando di costruire quella mentalità vincente che tutti i grandi team possiedono. Il Picchio si trova comunque al terzo posto, ha la possibilità di riscattarsi immediatamente domenica sera al Del Duca contro il Pescara: è un "derby" che si motiva da sé, un match che vale tanto, sul campo e sugli spalti. I bianconeri ospiteranno un avversario non in salute ma comunque temibile e dotato di calciatori di livello; mancherà sicuramente capitan Ardemagni (il suo problema è più serio del previsto) e si proverà ad inserire tra i convocati Scamacca. L' Ascoli non ha intenzione di mollare, uniti e compatti per un'altra battaglia...

Sezione: Editoriale / Data: Mar 01 ottobre 2019 alle 18:08
Autore: Cristian Saluti
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