In Italia si parla della possibilità, quella della cassa integrazione per quei calciatori che percepiscono meno di 50mila euro l'anno. Il coro dei proprietari dei club è in sintonia: «L'importante è che ci aiutino», ripetono tutti. Questo è anche il pensiero del maggiore azionista dell'Ascoli che vedrebbe il suo club in perdita di 7 milioni di euro, qualora non si ricominciasse a giocare, e di 2 se si tornerebbe in campo. Un bel problema per tutto il calcio, che è collegato direttamente al mondo industriale italiano. «Per il campionato di serie B serve altro, soprattutto rivedere i diritti televisivi - dice Pulcinelli - Credo che le società vanno aiutate in base ai contratti che hanno i loro calciatori, ma non ritengo giusto il limite di 50mila euro: da noi, tranne qualche giovane, tutti guadagnano molto di più e non credo che si possa puntare sulla riduzione volontaria del singolo calciatore. La cassa integrazione non mi sembra una soluzione giusta, vista anche la portata degli ingaggi che ci sono in serie B. Occorrono altri interventi».

Sezione: News / Data: Sab 28 marzo 2020 alle 13:00 / Fonte: Corriere Adriatico
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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