In poco tempo Sabiri ha scalato le gerarchie e si è riconquistato il posto sulla trequarti del Picchio. Non prima però di aver pagato il dazio di una cena a tutti i compagni: bravo lui a chiedere scusa, brava la società a reintegrare un capitale che sarebbe altrimenti andato disperso. Prestazioni sempre sopra la sufficienza, mancava solo il gol per ritrovare definitivamente il giocatore. E allora ci ha pensato Dionisi, da vero leader, a lasciare al ragazzo di Goulmima il rigore contro il Monza. Palla da una parte e portiere dall'altra, emblematico abbraccio con il capitano e con tutta la squadra e dedica a Pulcinelli, che è sempre stato il suo primo sostenitore. È la fotografia di un gruppo più unito che mai, per un Ascoli che ha ritrovato un potenziale craque. E allora mente più sgombra e leggera, necessaria per provare quel tiro a foglia morta che martedì sera ha punito la Reggina. Un tipo di calcio al pallone già visto con le sue punizioni. Stavolta situazione diversa, ma identico esito: palla in fondo al sacco e festa bianconera. Sabiri però non ha ancora fatto nulla: «Per andare in Serie A deve giocare un anno intero così, non una o due partite» ha ricordato Sottil. Il fantasista marocchino, con quel 10 sulle spalle, ha le qualità per ambire al palcoscenico più prestigioso. Ma dovrà conquistarlo continuando a fare bene con la maglia dell'Ascoli.

Sezione: News / Data: Gio 02 dicembre 2021 alle 11:00 / Fonte: Corriere Adriatico
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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