Piedi gelati, gole arrossate, mani che si sfregano. E una danza tribale. Di sguardi e movimenti. E' la danza con la quale Ivan Lanni ha ipnotizzato Strizzolo del Cittadella, ad un passo dalla gloria e dall'ennesima giocata che avrebbe confermato che sì, quella veneta è la bestia nera del Picchio al Del Duca.

E' proprio coi piedi gelati, le gole arrossate, le mani che provano a riprendere vigore che osservare questo pari contro una delle squadre più forti e belle da vedere in campo della categoria, deve essere motivo di passare la domenica sul divano (o correndo a prendere gli ultimi regali natalizi) con un bel sorrisone. Altri Ascoli, in altri tempi, con altri allenatori e società, contro il Cittadella perdevano. Questo no.

Venturato è un genio calcistico e non lo scopriamo certo noi: fa stare bassi i suoi, permette ai bianconeri di giocare nella metà campo veneta. Sa bene, benissimo, che ripartire in rapidità è la prima ed unica mossa tattica che gli consentirebbe di mettere all'angolo i bianconeri. E questo avviene quando Ghersini non vede un rigore che anche il Ceccarini del '98 avrebbe fischiato aprendo l'autostrada alla poetica versione del contropiede dei gialli. Sono in quattro a ripartire, sembrano seicento. Quasi come i coreani nel mondiale giocato in Asia. Vedere il Cittadella ripartire in campo aperto è uno spot per il calcio. E non aver perso contro una squadra che gioca così è una grandiosa scatola di spinaci per i “Braccio di Ferro” bianconeri.

Detto di Lanni, perché un pezzettino del punto di oggi è suo, anche senza miracoli o rigori parati sono altri due i giocatori a cui oggi, nostro avviso, va dedicato un pensiero. Il primo è Ardemagni. E non per il gol su rigore. Arde i gol li fa, li ha sempre fatti. E' per la maturità con cui, anche stavolta, ha reagito al proditorio giallo che ha ricevuto a metà primo tempo. Non una entrata fuori posto, non un contrasto “pericoloso”, non una rincorsa a rischio. Questo, signori, è il comportamento di un leader.

Il secondo è Frattesi: il talento è indiscusso, il passo superiore agli altri è un dato di fatto. Però se vuole sbocciare deve mettere quantità e qualità nello stesso bicchiere e li deve miscelare facendo attenzione a non disperderne il contenuto. E peccato perché non sempre ci sarà il faro dello stadio a fungere da alibi.

A proposito di fari e di illuminazione. Toh, sono terminate le due giornate. L'interruttore (c'è scritto “prekidac”, in serbo) è lì, Vivarini non vede l'ora di cliccarlo...

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 16 dicembre 2018 alle 10:00 / Fonte: Resto del Carlino
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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