Il calcio italiano saluta con commozione Giulio Drago, ex portiere degli anni ’80 entrato nella storia per la sua professionalità e discrezione. Drago si è spento all’età di 63 anni all’ospedale San Giuseppe di Empoli, dove era ricoverato da alcuni giorni. Originario di Caltagirone, in provincia di Catania, era nato il 25 giugno 1962. Figura emblematica di un calcio fatto di sacrificio, dedizione e serietà, Drago ha lasciato un segno anche ad Ascoli, una delle tappe significative del suo percorso tra i pali.
L’esperienza ad Ascoli e l’impronta bianconera
Nel corso della sua lunga carriera, Drago ha vestito diverse maglie tra Serie A, B e C, ma quella dell’Ascoli ha rappresentato un capitolo importante. Nella stagione 1991-92, portato nelle Marche dopo esperienze significative tra le grandi piazze del calcio italiano, fu chiamato a difendere i pali della squadra bianconera in un periodo di grande intensità e rinnovamento.
Pur non essendo il titolare fisso, Drago rappresentò un elemento di grande affidabilità, una figura di spogliatoio rispettata e pronta a dare il proprio contributo in ogni momento. In un campionato difficile, il suo atteggiamento esemplare e la sua esperienza si rivelarono fondamentali, in particolare nel guidare i più giovani e nel dare stabilità all’ambiente.
Una carriera costruita con costanza e dignità
Prima di arrivare ad Ascoli, Drago aveva mosso i primi passi tra i dilettanti con l’Orbassano e l’Aosta, per poi affacciarsi al professionismo con la Cremonese, squadra con cui debuttò in Serie B nella stagione 1983-84. Dopo un passaggio all’Atalanta, visse i suoi anni più gloriosi con la maglia dell’Empoli, con cui conquistò la prima storica promozione in Serie A nel 1985-86.
Indimenticabile la stagione 1987-88, in cui stabilì un record di imbattibilità in Serie A di 491 minuti, ancora oggi ricordato con orgoglio dai tifosi toscani. Successivamente, seguì Gaetano Salvemini al Bari, e visse altre stagioni importanti con le maglie di Triestina e Pontedera, dove concluse la carriera.
Anche in Nazionale si era fatto notare: nel 1984 partecipò alla semifinale dell’Europeo Under 21, confermando le sue qualità anche in ambito internazionale.
Un esempio per chi ama davvero il calcio
Giulio Drago è stato un portiere che ha saputo conquistarsi il rispetto di tutti senza mai alzare la voce. Un professionista silenzioso ma fondamentale, uno di quelli che rendono solide le fondamenta di una squadra. Anche nella sua parentesi ascolana, non lunga ma significativa, ha incarnato i valori di serietà, sacrificio e appartenenza che da sempre caratterizzano la piazza bianconera.
Il suo ricordo resterà vivo non solo tra i tifosi dell’Empoli, dove ha scritto pagine indelebili, ma anche tra quelli dell’Ascoli, che ne riconobbero subito l’importanza come uomo e come atleta.
Ciao Giulio, esempio silenzioso di un calcio autentico.
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