Era il 18 dicembre 1994 quando l’Ascoli Calcio perse molto più di un presidente. Con la scomparsa di Costantino Rozzi, stroncato da una grave malattia all’età di 65 anni, se ne andava un uomo che aveva saputo trasformare una squadra di provincia in un simbolo del calcio italiano, portando in alto non solo un club, ma un’intera città.

Rozzi aveva ancora tanto da dare. La sua storia con l’Ascoli era quella di un legame viscerale, costruito nel tempo con passione, coraggio e una visione che allora appariva persino rivoluzionaria. Fu lui a guidare il club dalla Serie C fino alla Serie A, rendendo possibile ciò che sembrava impensabile e firmando alcune delle pagine più gloriose della storia bianconera.

Ma ridurre Costantino Rozzi al ruolo di presidente sarebbe un errore. Rozzi era l’Ascoli. Era l’uomo della gente, il condottiero popolare che difendeva la squadra come si difende una famiglia, contro tutto e contro tutti. Celebri restano le sue battaglie verbali con arbitri e dirigenti, combattute sempre a viso aperto, con quel modo diretto e schietto che lo rese amatissimo ben oltre i confini marchigiani.

Le sue idee erano avanti rispetto ai tempi. Con lui al comando, l’Ascoli non solo raggiunse traguardi storici, ma arrivò a toccare vette incredibili, come il quarto posto in Serie A, diventando un modello di organizzazione e ambizione per tante realtà medio-piccole. Allenatori di spessore e calciatori di grande qualità vestirono la maglia bianconera proprio grazie alla credibilità e al carisma di Rozzi.

E pensare che tutto era iniziato quasi per caso. Quando assunse la guida del club, Rozzi non era un uomo di calcio e la sua permanenza avrebbe dovuto durare appena sei mesi. Invece, si innamorò di quel mondo, della squadra, della responsabilità verso la città. Restò per anni, fino a quando la malattia non lo strappò per sempre al suo Ascoli.

Oggi, a 31 anni di distanza, il suo nome continua a vivere nel cuore della tifoseria. Il percorso che iniziò allora è diventato un punto di riferimento per chiunque sia venuto dopo, nel tentativo – mai semplice – di portare avanti un’eredità così pesante e prestigiosa.

Domenica, in occasione della sfida contro il Campobasso, lo stadio Del Duca tornerà a stringersi attorno al ricordo di Costantino Rozzi. Un omaggio doveroso a un presidente che ha scritto la storia e che resta, ancora oggi, un esempio indelebile di amore autentico per il calcio e per la propria gente.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 18 dicembre 2025 alle 08:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
vedi letture
Print