Dopo giorni di polemiche, incomprensioni e un clima sempre più teso in casa Ascoli, il patron Massimo Pulcinelli ha deciso di scrivere una lunga lettera aperta inviata in esclusiva a Vera TV, nella quale chiarisce punto per punto le sue dichiarazioni più discusse, pronunciate durante un videocollegamento in diretta nell’ultima puntata di TVB Ascoli. Un intervento che ha scatenato un polverone mediatico e una nuova ondata di malumori tra la tifoseria bianconera.

Pulcinelli lamenta un’ampia distorsione del suo messaggio: ciò che avrebbe voluto comunicare è stato, a suo dire, strumentalizzato o frainteso. Ecco il testo integrale della sua replica, suddivisa in sedici punti emblematici. Per ogni affermazione fatta, il patron mette nero su bianco come sia stata percepita – o, secondo lui, fraintesa – da una parte dell’opinione pubblica.

Tra i punti salienti, Pulcinelli ribadisce che la società è effettivamente in vendita, ma non a ogni costo, chiarendo che il valore dell’Ascoli non può essere oggetto di “svendita”. Rinnova inoltre la fiducia nei dirigenti Verdone e Neri, sottolineando come la loro serietà non debba essere messa in discussione.

Particolarmente delicato il tema dei debiti societari: secondo Pulcinelli, l’esposizione ammonta a 6-7 milioni di euro, gran parte dei quali sarebbe “spalmabile” nel tempo. Tuttavia, molte persone avrebbero travisato le sue parole parlando di un debito ben più elevato, ipotizzando addirittura scenari di fallimento.

Il patron rivendica anche la gestione del settore giovanile, affermando che viene condotto con rigore e meritocrazia, e non con logiche di favoritismi. Perfino suo figlio, afferma, non avrebbe accesso privilegiato nel caso non dimostrasse qualità tecniche adeguate.

Altro nodo centrale riguarda la programmazione futura: qualora non si concretizzasse la cessione entro il 31 maggio, Pulcinelli conferma la volontà di ripartire con calma, scegliendo DS e allenatore in modo ponderato per evitare gli errori della passata stagione.

Infine, respinge con forza l’idea di voler danneggiare la storia dell’Ascoli o di voler “punire” la piazza chiudendo i rubinetti: «Ho sempre pagato tutto io – spiega – ma ciò non significa che debba subire offese o delegittimazioni».

Una lettera che, pur nei toni di chiarimento, lascia emergere tutta la frattura emotiva e comunicativa tra il patron e gran parte della tifoseria. I nodi restano irrisolti e il tempo stringe. La deadline del 31 maggio si avvicina e il futuro del club è più che mai incerto.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 03 maggio 2025 alle 10:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
vedi letture
Print