Ammettiamolo, ci abbiamo creduto in tanti, con tutte quelle occasioni a ripetizione che si sono susseguite nel primo tempo, nel quale la porta avversaria sembrava stregata (non a caso Benevento è denominata “Città delle Streghe”), senza riuscire a raggiungere il meritato doppio vantaggio. 
Sappiamo bene però come il calcio, soprattutto se cinico e mutevole come quello del campionato cadetto, sia spietato. Se non riesci a chiudere la partita e la lasci in balia degli eventi fino al termine, può succedere l’imponderabile. 
Sì è vero, potevamo vincerla, ma la traversa di Riccardo Improta è la dimostrazione emblematica che potevamo anche rimanere beffati e tornare dalla Campania a mani vuote. Prendiamoci ciò che di buono questo match ci ha offerto, gli spunti positivi che ci ha regalato. Una ritrovata convinzione di squadra, una grinta tangibile che era venuta meno nelle ultime due partite, quest’anima rinnovata e battagliera che sembra pervadere il nostro “nuovo” Ascoli.

 
La vera novità di giornata in quel di Benevento è stata rappresenta dal tanto atteso cambio di modulo. Il nuovo assetto tattico prevede una difesa a tre, linea di centrocampo composta da cinque uomini, con una mediana folta e compatta, esterni tutta fascia impegnati costantemente in entrambe le fasi difensiva ed offensiva, e mezz'ali “box to box” che alternano recuperi ed inserimenti. Nel mezzo, il faro Marcel Buchel a dettare il ritmo della manovra , che avendo le spalle più coperte può tornare ad illuminare il nostro gioco come un lampo accecante in una piovosa notte di settembre. 
A completare la nuova disposizione, non più Cedric Gondo isolato e lasciato a sé stesso (sostituito nella seconda frazione da uno spumeggiante e velenoso Pedro Mendes), ma a furor di popolo ecco le tanto osannate e agognate due punte. Per dare spazio finalmente a Capitan Dionisi, vero trascinatore, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, senza il quale gli altri membri della truppa non rendono al meglio, il nostro Federico Decimo Meridio.
Ottima la prova del pacchetto arretrato, con il brasiliano Eric Mastro Bottaio sempre dominante in marcatura a cui va aggiunta la perla del gol (assist al bacio di Nicola Falasco col suo mancino raffinato), dove si erge in cielo e come un rapace mangia gli avversari anticipandoli con uno stacco perentorio, il nostro Robocop. Buone prestazioni anche di Danilo Quaranta, sempre diligente, e del solito Giuseppe Bellusci, che con il suo carisma mantiene alte elettricità e concentrazione. Anche se, giocando da braccetto, l’abbiamo intravisto soffrire in qualche situazione contro giocatori di gamba e dribbling come spesso sono quelli che agiscono sull’esterno. Confidiamo che saprà presto adattarsi al meglio per ringhiare e mordere le caviglie di chiunque si trovi dinanzi, e siamo certi contro il Modena sarà il consueto muro invalicabile, Peppe "The Wall".
Per quel che concerne la rete subita le colpe sono da imputare alla fase difensiva dell’intera squadra, senza andare alla ricerca di colpevoli. 
Per scendere nei particolari per dovere di cronaca, Danilo Quaranta poteva forse spazzare quel pallone in avanti ed evitare di far ripartire il Benevento in fretta con un fallo laterale nella nostra trequarti. Probabilmente anche il posizionamento degli altri due centrali non era ottimale e non hanno scalato le marcature con i tempi giusti. Marcello Falzerano è stato pigro a chiudere su Gaetano Letizia? Senza dubbio! Il centrocampo non è stato reattivo sul cambio di gioco dei giallorossi? Vero anche questo! Ma sono sviste e disattenzioni su cui possiamo e dobbiamo lavorare, per migliorare e progredire sempre più, e confidiamo che l’allenatore bianconero lo farà ancor più volentieri visto il ritrovato entusiasmo tra le fila dei suoi calciatori.

 
Ora compattiamoci e torniamo a remare tutti nella stessa direzione. Stop alle critiche ingenerose, basta spifferi di voci che si rincorrono , evitiamo insulti insensati. 
Torniamo ad essere vigorosi, convinti e determinati. 
Come afferma Micheal Keaton nei panni di Ray Kroc nel film “The Founder”, la chiave di (s)volta nella vita esiste ed è una soltanto se si vuole avere successo, soprattutto quando le cose non vanno come vogliamo…   


LA PERSEVERANZA. 

“La più grande scoperta delle nostre generazioni è che gli esseri umani possono cambiare la loro vita cambiando il loro atteggiamento mentale”

Andaleee Picchio

NON MOLLEREMO MAI! 

Bachetti Fabio

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 04 ottobre 2022 alle 08:00 / Fonte: Bachetti Fabio 🐛
Autore: Fabio Bachetti
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