L’Ascoli ha cambiato pelle, e non è solo una sensazione. L’arrivo della famiglia Passeri ha rappresentato molto più di un semplice passaggio societario: è stato l’innesco di una nuova fase, fatta di ambizione, progettualità e di una visione chiara sul tipo di squadra da costruire. Una linfa vitale che ha permesso al club bianconero di tornare competitivo e di presentarsi ai nastri di partenza come una delle formazioni più attrezzate per stare ai vertici.
La stagione, però, non è stata un percorso lineare. L’Ascoli ha mostrato solidità e qualità, ma strada facendo ha incontrato alcuni ostacoli che ne hanno leggermente rallentato la corsa. Qualche pareggio di troppo ha impedito ai bianconeri di sfruttare appieno i rallentamenti delle dirette concorrenti, Arezzo e Ravenna, che a più riprese avevano lasciato punti pesanti lungo il cammino. Occasioni non sempre capitalizzate, che hanno frenato una rincorsa che poteva essere ancora più incisiva.
Eppure, il quadro generale resta incoraggiante. Il tempo per recuperare terreno c’è e, sulla carta, l’Ascoli continua ad apparire una squadra con un potenziale tecnico superiore rispetto alle rivali dirette. La qualità dei singoli, la profondità della rosa e la capacità di interpretare più fasi della partita sono elementi che alimentano la convinzione di poter restare in corsa fino alla fine.
Un’identità tattica riconoscibile
Uno degli aspetti che rende questo Ascoli Calcio diverso dagli altri è il modo di stare in campo. Il gioco proposto non somiglia a quello delle principali avversarie, né tantomeno all’Ascoli visto nelle stagioni precedenti. L’impronta del tecnico Francesco Tomei è evidente: una manovra costruita dal basso, ragionata, che parte dalle retrovie e cerca di attirare la pressione per poi colpire con qualità e tempi giusti.
Non è una scelta casuale, ma il frutto di una precisa strategia condivisa con la dirigenza. Il direttore sportivo Matteo Patti ha lavorato sul mercato proprio seguendo questa linea, individuando calciatori funzionali a un’idea di calcio moderna, fatta di palleggio, letture e coraggio. Un progetto coerente, in cui allenatore e società parlano la stessa lingua.
Margini di crescita e ambizioni intatte
Se è vero che alcuni passaggi a vuoto hanno rallentato la corsa, è altrettanto vero che l’Ascoli ha ancora margini di crescita importanti. Migliorare la concretezza nei momenti chiave e trasformare i pareggi in vittorie sarà fondamentale per completare la rincorsa. Ma le basi ci sono, così come la sensazione che questa squadra abbia ancora qualcosa in più da esprimere.
La strada verso il vertice resta aperta. L’Ascoli ha un’identità, una struttura solida e una qualità tecnica che può fare la differenza nel lungo periodo. Ora serve continuità, lucidità e la capacità di credere fino in fondo in un progetto che, nonostante qualche inciampo, ha già restituito credibilità e ambizione a tutto l’ambiente.
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