Quando Massimo Pulcinelli acquisì l’Ascoli Calcio, in molti sognavano una rinascita. La piazza, appassionata e calda, accoglieva il nuovo patron con lo stesso entusiasmo che in passato aveva riservato a Bellini e Benigni. L’inizio fu promettente: nel primo anno della sua gestione, i bianconeri conquistarono una salvezza serena con Vincenzo Vivarini in panchina, sfiorando addirittura l’accesso ai playoff. Era il segnale che qualcosa stava cambiando.

Il ciclone della panchina: cambi e caos tecnico

Ma Ascoli è una piazza esigente, impaziente. All’entusiasmo iniziale seguì presto l’instabilità. Vivarini fu sostituito da Paolo Zanetti, ma l'avventura durò poco: una parte della tifoseria non gli concesse tempo. Dopo l’esonero, la squadra entrò in crisi. Si avvicendarono in rapida successione Guillermo Abascal e Roberto Stellone, senza riuscire a invertire la rotta. Solo l’arrivo di Davide Dionigi, nelle ultime giornate, permise di evitare la retrocessione.

L’anno successivo si ripartì da zero con un nuovo allenatore e un altro obiettivo salvezza raggiunto, senza clamori ma con fatica. E poi, finalmente, una stagione da protagonisti: sotto la guida di Andrea Sottil, l’Ascoli conquistò l’accesso ai playoff di Serie B. Un risultato storico, che sembrava aprire un nuovo ciclo. Ma il sogno si infranse subito: i bianconeri furono eliminati al primo turno dal Benevento.

La caduta: il dramma della retrocessione

La stagione 2023-2024 rappresenta l’epilogo più amaro. Dopo nove anni in Serie B, l’Ascoli retrocede in Serie C. Un destino che sembrava evitabile, ma che si è consumato tra difficoltà tecniche, tensioni ambientali e decisioni societarie spesso poco convincenti. I bianconeri hanno lottato fino all’ultimo, ma la salvezza è sfumata, lasciando dietro di sé una ferita profonda.

Pulcinelli, ormai isolato da un ambiente che inizialmente lo aveva accolto come un salvatore, annuncia la volontà di cedere il club. Il ciclo si chiude, e la sensazione è quella di un film già visto. Come accaduto con Bellini, anche questa volta l’amore si è trasformato in disillusione.

Un nuovo inizio tra macerie e speranze

Ora l’Ascoli si ritrova davanti a un bivio. Ricominciare dalla Serie C non è solo una sfida sportiva, ma una missione identitaria. La tifoseria merita chiarezza, visione e rispetto. Ricostruire non sarà facile, soprattutto in un contesto dove le difficoltà economiche e la disaffezione rischiano di avere la meglio.

Ma chi conosce la storia dell’Ascoli sa che dalle cadute può nascere una rinascita. Servono scelte coraggiose, un progetto serio e il ritorno a quell’umiltà che ha sempre contraddistinto le stagioni migliori della sua storia.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 25 maggio 2025 alle 11:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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