Nella settimana di sosta del campionato il Direttore Sportivo Marco Valentini ha analizzato il momento della squadra a otto giornate dal termine della competizione:
“A volte dopo le sconfitte è meglio giocare subito, nel nostro caso sarà una sosta proficua perché abbiamo lavorato con lo staff tecnico non solo da un punto di vista operativo, in questa settimana abbiamo lavorato di gruppo, di squadra e di società per approfondire il perché le cose non sono andate nel verso giusto nelle ultime partite. Sono state sviscerate con staff e squadra le varie tematiche: sono state tre sconfitte diverse con Bari, Cagliari e Venezia; eravamo reduci da un periodo anche di bel gioco, ma nelle ultime tre partite siamo stati condannati anche dagli episodi. Con il Bari abbiamo perso per un rigore e col Venezia abbiamo perso per una punizione laterale, quindi su una palla inattiva. In mezzo c’è stata la gara di Cagliari, in cui i primi 45’ sono stati di grande livello, ma nella ripresa abbiamo approcciato male. Contro un avversario come il Cagliari ci sta di perdere, ma non dopo un primo tempo di quel livello. Siamo giunti a delle conclusioni, che mi auguro siano servite per tirare una linea e ripartire e fare il finale di stagione nel miglior modo possibile, per noi, per la società e per la città”.
Il DS ha spiegato anche l’andamento altalenante della squadra:
“In questo campionato le squadre che l’anno scorso avevano disputato i play off come Brescia, Benevento, Perugia, Ascoli e Pisa hanno avuto o stanno avendo difficoltà. Aver fatto un risultato importante nel campionato precedente inconsciamente può aver fatto perdere un po’ di mentalità e umiltà. E’ ovvio che un risultato importante ti fa sentire più bravo, più superficiale, ma la B non ti consente di non essere umile e appena abbassi l’asticella puoi perdere con chiunque. Se invece queste prerogative le riesci a mantenere con costanza si possono vincere tutte le partite e questa squadra lo ha dimostrato: ha vinto con Bari, Cagliari, a Venezia, ha fatto un’ottima partita col Genoa, quindi vuol dire che la squadra certi valori li ha. Ma in questo campionato se questi valori non sono accompagnati dalle caratteristiche cui facevo riferimento prima, non si riesce ad avere un rendimento costante. Inoltre, dopo risultati positivi – mi riferisco ai 10 punti in quattro gare – inconsciamente si abbassa il livello di concentrazione, viene fuori un po’ di superficialità perché si pensa di essere usciti da una situazione problematica ma è proprio lì che si ricade a terra. La mancanza di continuità credo sia dovuta a questo approccio”.
Migliorare negli ultimi 30 metri e possibile cambio di modulo: queste le chiavi per il rush finale?
“Questa squadra è stata costruita non in base a un modulo prestabilito, ci sono calciatori che possono interpretare più soluzioni; Breda è esperto della categoria e di situazioni difficili e saprà apportare i correttivi che possono servire alla squadra, ma, al di là del modulo, credo sia una questione di atteggiamento, di unità, di non superficialità e di umiltà perché questa squadra ha vinto col 4-3-1-2, col 3-5-2, col 4-3-3, quindi non dipende dal modulo, ma come si interpretano le partite e come si curano i dettagli”.
Dopo Venezia Botteghin in sala stampa si era detto preoccupato e Dionisi aveva dichiarato “abbiamo la responsabilità di tirarci fuori da questa situazione”. Quanto sono importanti l’aspetto mentale e l’apporto dei più esperti?
“Sono contento che due nostri calciatori si siano mostrati preoccupati perché vuol dire che c’è presa di coscienza della situazione, questo è il momento delle responsabilità e di tirar fuori il carattere. Questa squadra è composta da tanti giovani, ma lo zoccolo duro è fatto da calciatori esperti, che hanno vinto anche qualche campionato. Paragono il pre partita col Brescia a quello di Bari o Perugia (quando è arrivato Mister Breda). La squadra non aveva toccato il fondo, ma era in una situazione difficile. E nelle situazioni difficili questa squadra ha sempre reagito, anche l’anno precedente al mio arrivo, sono convinto che sapranno farlo anche stavolta”.
Infortuni Bellusci e Gnahore:
“Quest’anno purtroppo abbiamo avuto infortuni pesanti, Gnahoré ad agosto e Leali la settimana successiva. Purtroppo gli infortuni condizionano i campionati, soprattutto se accadono a calciatori importanti. Anche il nostro capitano Dionisi non ha avuto continuità per problemi fisici, lo stesso Forte è venuto a gennaio non nelle migliori condizioni, ma ora sta recuperando. Abbiamo fuori Gnahoré e Bellusci, il primo è rientrato in gruppo, ma il suo non è stato un infortunio di poco conto perché col crociato bisogna essere cauti; Bellusci farà controlli a fine mese, speriamo di riaverlo nel mese di aprile. Prima li riavremo e meglio sarà per il finale di stagione”.
Alla domanda se si aspettasse a inizio stagione l’Ascoli nell’attuale posizione di classifica ha risposto:
“Mi aspettavo un campionato complicato, quest’anno il livello è altissimo, le squadre sotto di noi sono squadre che la stagione scorsa hanno fatto i play off, una è retrocessa dalla A e la Spal è stata costruita per un campionato importante. Le neopromosse come Palermo, Bari e Modena sono piazze importanti che hanno fatto investimenti di livello, l’unica sorpresa è il Sudtirol, sapevo che c’era da battagliare fino alla fine. Nessuna squadra è in sicurezza in questo campionato, basta perdere due partite per essere risucchiati sotto e basta vincerne due o tre per agganciare le squadre sopra. Bisogna essere realisti e consci della situazione – lo siamo tutti – non dobbiamo perdere di vista la partita di Brescia, abbiamo otto finali, ma occhio alla prossima. Quest’anno siamo stati superficiali nella gestione di qualche partita e questo non deve più accadere, dico ai ragazzi che quando non si vince non si deve perdere e noi con Venezia, Bari, Frosinone e Reggina, Modena in casa potevamo pareggiare, ma abbiamo letto e gestito male quelle partite e quindi le abbiamo perse. Nelle prossime 8 gare dobbiamo essere maniacali e perfetti, quando non riusciamo a vincere non dobbiamo perdere, non possiamo più permettercelo. Se avessimo ottenuto 4-5 pareggi in più ora saremmo agganciati ai playoff invece che ai playout”.
Nessuna tabella di marcia da qui alla fine:
“Non abbiamo fatto tabelle, la nostra finale immediata è col Brescia, abbiamo imparato che non conta l’avversario, ma noi stessi, dobbiamo affrontare il finale di stagione con grande unità, spirito di sacrificio, con umiltà, col cuore, l’anima. Se ci mettiamo tutto questo, insieme riusciamo senza pensare a tabelle, calendari, quando facciamo le cose giuste le cose ci riescono bene”.
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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