"Ringrazio la società, il patron, i direttori per avermi dato fiducia. Era una sfida che volevo, il mio campionato di riferimento è la B, studio le situazioni e questa di Ascoli mi piaceva tanto - queste le prime parole di Roberto Breda da allenatore dell'Ascoli. Ho trovato un club molto organizzato, dalla struttura al modo di far vivere la settimana i ragazzi, la qualità dei servizi e ho trovato un gruppo che ha confermato quello che pensavo, qualità e gamba. Quando sei fuori e arrivi in un posto sei neutro e l'idea che mi sono fatta è ottima. Poi da essere un buon gruppo dobbiamo diventare una squadra, questo è il mio lavoro e dei ragazzi. Non è scontato, ma è vero che quando hai i presupposti che ci sono qua, noi professionisti devi pretenderlo. Il calcio è frutto di mille situazioni, ma chi fa questo mestiere deve determinare. Questo non è un derby ma è come se lo fosse, Perugia, Ternana, Pescara, Livorno, sono stato sempre dall'altra parte. I primi ricordi che ho in un Ascoli-Messina, ero sul palo e mi viene accanto Casagrande, un armadio. Ricordo anche quando ero a Catania, siamo arrivati qui allo stadio e mezza partita era già persa perchè per fare 30 metri ci abbiamo messo mezz'ora, c'era di tutto la fuori. Il rapporto tra squadra e tifosi dev'esserci, ma noi dobbiamo dare l'input, noi dobbiamo dare per primi per creare spirito e unità di intenti che qui ho vissuto da avversario tante volte. La classifica è particolare in un anno molto particolare, non vuol dire che devi aver paura e pensare solo a sotto, piace lavorare sul processo di crescita del gruppo e sulla partita che bisogna giocare. Le tabelle non contano niente. La prossima partita è la più importante di tutte, per il significato dell'avversario ma anche perchè dobbiamo dare segnali che vogliamo cambiare rotta e dare un impronta diversa al campionato. Il Perugia è in forma ma pensiamo a noi. Mi piace esprimere due concetti: non ci sono alibi, bisogna sempre trasformare ogni situazione in un'opportunità di crescita. E il secondo è che devo codificare bene le cose. Da giocatore diventavo matto quando dicevano che ci vuole più impegno. Me lo dice il tifoso, ma l'allenatore mi deve dire cosa devo fare in campo. Bisogna tornare a questo. Nei momenti di apprensione emotiva come questo, si possono confondere le cose che si fanno bene e meno bene. Tutte le cose cambiano un aspetto di crescita e di confronto, non emotivo ma per cambiare le situazioni. Oltre all'impegno siamo figli di qualcosa di più grande, ma non abbiamo alibi. Siamo noi che dobbiamo far di tutto per determinare il nostro futuro e presente"
Cambierà qualcosa a livello tattico per sabato: "Vogliamo lavorare su due aspetti tattici. C'è la storia di risultati migliori come l'anno scorso e in passato, con il trequartista. I ragazzi partono da zero, sta a loro"
Come ha trovato la squadra a livello fisico e mentale: "Li ho trovati molto ricettivi. Dare un giudizio fisico non è mai semplice. Il campo dirà come stanno e senza andare a giudicare il lavoro svolto da Cristian che è un amico. Dove andremo come moduli lo dirà le partite che faremo, l'equilibrio che riusciamo ad ottenere, il campo lo dirà. L'idea è creare un paio di alternative in base allo stato di forma dei giocatori, il momento della gara e gli avversari. Credo sia la soluzione migliore"
Sulle scelte sul 4312: "Ho detto un numero ma per collegarmi ad un'idea di dove andremo. Non c'è un trequartista come Maistro che c'era l'anno scorso. Se facciamo questa scelta vedremo chi potrà giocare in quel ruolo, considerando l'equilibrio della squadra. Bellusci? Partiamo da zero, non entro in merito sui rapporti tra le persone. Sono convinto che, per come lo conosco da avversario, è un giocatore che può dare tanto. Deve spingere e allenarsi come tutti. Poi chi ha motivazioni, qualità e anche esperienza che è una dote, giocherà. E' un ragazzo che può dare una mano come tutti. Lo dicevo ai ragazzi. Qui c'è tanta gente che in passato volevo allenare, ora il campo lo deve confermare con il lavoro. La settimana di lavoro è fondamentale per preparare al meglio la partita, ma poi bisogna avere il fuoco dentro quando si gioca. Abbiamo degli allenamenti che devono esser fatti bene, ma poi c'è la partita, soprattutto qui che è un posto che ti da ma devi avere personalità. Ma chi ha paura di giocare ad Ascoli deve cambiare mestiere"
Ha visto qualche partita dell'Ascoli in questa stagione: "Si, è un Ascoli che è andato a velocità diverse. Io posso fare considerazioni tattiche, i motivi poi me li posso immaginare. Questo è un campionato anomale, basta vedere Benevento, Spal e Venezia. Dobbiamo vedere anche il Perugia che era ultimo, il Sudtirol che sembrava già retrocessa e ora rischia la promozione diretta"
Come è andata la trattativa per arrivare qui ad Ascoli: "E' un ruolo delicato. Il progetto tecnico è fondamentale, l'allenatore che scegli è fondamentale. E' così delicata come scelta che io, se fossi direttore, ascolterei 10 persone. Significa ascoltare e capire chi ha motivazioni, competenze, conoscenze della piazza e della squadra"
Cosa gli è stato chiesto dalla società: "Mi è capitato di subentrare ma anche di iniziare le stagioni, con o senza successo. Le difficoltà ci sono sempre. Mi è stato chiesto cosa ne penso, se sono motivato, come vedo il gruppo e tante volte, quando arrivo, trovo tanta emotività. Serve che noi che veniamo dal di fuori diamo la nostra opinione, serve anche ai giocatori per capire tante cose e il momento che stanno attraversando. Ma questo è il nostro lavoro. Come obiettivi piace pensare una partita alla volta. Non parlerò mai di playoff e playout, vorrei creare un percorso. Una squadra non si può mai dire dove può arrivare. Se metti un limite è già un modo di fermarli. Io sono ottimista ma a volte devi battagliare. A Latina l'obiettivo era salvarsi, siamo arrivati alla finale playoff sfiorando la A. Al Perugia sono arrivato in una situazione disastrosa, hanno rotto il pullman i tifosi. Quando ho parlato con il presidente mi ha detto che retrocedeva, poi si è andati ai playoff. Non ho limiti, spero alla fine di aver fatto più punti possibile e poi vedere dove siamo, vorrà dire anche centrare obiettivi che ora sembrano difficili e impossibili. Il gruppo ce la può fare, questa è una piazza importante. Non voglio vendere fumo"
Come sta Dionisi e quanto conta per la squadra: "Non si sta allenando con la squadra e stiamo valutando come sta. Non ha niente di grave, non è escluso che possa rientrare questi giorni. La sua esperienza è importantissima, ma soprattutto forte che è quello che più mi interessa. Da avversario mi è sempre piaciuto, è sanguigno ed è partecipe alla causa. Sono contento di avere"
Come considera Giovane e Falzerano: "Giovane è di grande prospettiva. Falzerano l'ho fatto esordire io a Salerno. Ha enormi doti ma è un ragazzo molto sensibile. Ha alternato campionati impressionanti. In C ha vinto quasi da solo, in B al primo anno a Venezia è stato il miglior centrocampista. A Perugia il contrario, l'anno scorso invece ha fatto bene. Quest'anno ancora non ha tirato fuori il suo potenziale. E' un ragazzo molto sensibile. Ha le sue difficoltà che non lo giustifica, mi aspetto da lui tanto perchè ha doti importanti"
Quale metodo adotterà nella preparazione alle partite: "Come staff porto sempre due persone, abbiamo la sinergia per partire bene, poi mi piace avere collaboratori del posto, della società, perchè conoscono la città, i ragazzi e la professionalità è alta. Qui ho trovato un mental coach che ho conosciuto e mi ha fatto un'ottima impressione. Ho trovato una società molto organizzata. Sono convinto che sia fondamentale cambiare il processo psicologico e sono convinto che non bastano solo le parole. Non c'è un unico obiettivo ma più obiettivi. Il ragazzo deve provare sensazioni in campo che gli diano forza in altri movimenti. Devi avere l'idea di essere forte e sicuro. Ci sono modi per accelerare il processo e renderlo più convincente"
Il contratto arriva fino a giugno o ci sono opzioni: "Non ho fatto opzioni, non l'ho nemmeno chiesta. Se non mi vogliono è una rottura di scatole, se va bene non devo stabilire un prezzo adesso. E' il campo che deve parlare e mi sono sempre trovato bene così. Mi piace lavorare sul dimostrare"
Bidaoui poteva far comodo: "Mi è sempre piaciuto, ma le dinamiche del calcio sono diverse e in questo gruppo, giocatori importanti e funzionali alle mie idee ci sono, c'è tanta buona materia prima"
Come sta preparando la partita con il Perugia: "Sembra più la squadra di Alvini che di Castori. E' una squadra in salute, è in fiducia e l'idea è preparare un paio di alternative, per le caratteristiche del Perugia ma anche le nostre. L'idea è creare qualcosa, preferisco tenerlo per me, non che sia un vantaggio, ma almeno la prima settimana è meglio fare pre tattica, anche se poi conta correre più degli altri e farlo meglio. Per l'importanza della partita, ogni strategia che sarà messa in atto è per fare punti".
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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