Con la fine della stagione regolare di Serie B, l’Ascoli Calcio si ritrova fuori dai giochi, spettatore dei playoff. Una posizione che riflette non solo l’andamento tecnico del campionato, ma anche un profondo stato di incertezza interna. Mentre altri club pianificano con lucidità il prossimo futuro, in casa bianconera prevale l’immobilismo.

Il primo nodo riguarda la guida tecnica. Mimmo Di Carlo non sarà confermato alla guida della squadra. L’annuncio è arrivato in modo anomalo e piuttosto diretto, quasi improvvisato, per bocca del patron Massimo Pulcinelli in un intervento televisivo. Un segnale di come le scelte chiave vengano ancora comunicate in maniera poco istituzionale, generando ulteriore confusione e malcontento.

Al momento, il club è senza allenatore, senza un progetto tecnico dichiarato, e — fattore ancora più grave — senza chiarezza sul futuro societario. I tifosi attendono segnali concreti, ma il silenzio da parte della dirigenza aumenta solo l’ansia e la sfiducia.

Il nodo direttore sportivo: Sforzini in bilico, servono certezze

Non meno importante è la questione relativa al ruolo di direttore sportivo. Attualmente in organico c’è Ferdinando Sforzini, figura giovane e stimata per le sue potenzialità, ma ancora tutta da verificare su una piazza esigente come quella ascolana. La sua eventuale conferma non è stata né smentita né garantita, lasciando aperto ogni scenario.

Il rischio, nel cercare un profilo alternativo, è quello di incappare in un nuovo errore di valutazione, come accaduto appena un anno fa. Ma in questo momento tutto — compreso il destino dello stesso Sforzini — sembra dipendere dagli sviluppi societari che potrebbero concretizzarsi nei prossimi giorni.

Nel frattempo, però, la distanza tra proprietà e tifoseria cresce. Senza un piano, senza una figura forte e riconosciuta a coordinare il progetto tecnico, anche le mosse sul mercato rischiano di essere inefficaci.

Curva Sud, ferita ancora aperta: lo strappo con la tifoseria è insanabile?

Il recente post social del patron Pulcinelli ha fatto riesplodere una delle ferite più profonde nel cuore del tifo ascolano: la Curva Sud. In tono sarcastico, Pulcinelli ha ripreso una vecchia frase di Francesco Bellini — "Vi smonto la Curva Sud" — che l’ex presidente pronunciò quando era alla guida del club. Un’esternazione legata all’esasperazione per le sanzioni inflitte dal Giudice Sportivo, ma che oggi, in bocca all’attuale proprietario, suona come un affronto.

La Curva Sud non è un semplice settore dello stadio Del Duca. Dopo il sisma del 2016, venne ricostruita in tubi metallici e poi smontata, non da Bellini, ma da chi lo seguì nella proprietà. Da allora è rimasta un simbolo mancante, un vuoto fisico ed emotivo nello stadio e nell’identità del tifo bianconero. I lavori di ricostruzione affidati alla ditta Ubaldi dovrebbero partire a breve, e la nuova curva porterà il nome sacro di Costantino Rozzi.

Ma il danno è fatto. Parlare con leggerezza di quella parte di stadio significa toccare nervi scoperti. Chi ha vissuto l’energia che scaturiva da quella curva sa che non si tratta solo di gradoni, ma di un’intera cultura sportiva che è stata spazzata via.

La frattura tra la tifoseria organizzata e la proprietà è ormai ampia. E quel post — simbolico e superficiale — rischia di averla resa irreversibile.

La stagione dell’Ascoli si chiude nel silenzio, il futuro nel vuoto

L’Ascoli Calcio è arrivato al capolinea di una stagione segnata dalla mediocrità tecnica e dal caos gestionale. La mancanza di una guida tecnica, le incertezze sul ruolo del direttore sportivo e lo scontro aperto con la tifoseria sulla questione Curva Sud rappresentano un mix esplosivo.

Ora serve un cambio di passo deciso. Servono trasparenza, idee chiare e soprattutto rispetto per la storia e la passione di una piazza che ha sempre dato tutto. Solo così si potrà ricostruire, non solo una squadra, ma un’intera identità collettiva oggi smarrita.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 04 maggio 2025 alle 14:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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