È tornato a soffiare forte quel vento del nulla di inizio anno. È tornato a soffiare forte, nonostante chi doveva imparare a ripararsene (dagli errori del recente passato) non l’abbia fatto. È bastato così poco a spegnere quel fuoco che il Picchio aveva acceso nei tifosi in buona parte del primo tempo di Venezia. È bastato davvero poco, a trasformare quel fuoco di paglia in nulla. Perché la paglia non lascia neanche la cenere, e anche stavolta non c’è alcun “resto” dal salvare. Il nulla, di nuovo.

Perché nella settimana della morte del più grande calciatore di tutti i tempi, ospitato più volte anche al Del Duca dal Grande Ascoli di Rozzi, non si può vivere solo di ricordi e di celebrazioni del passato. Un tempo che non c’è più. Ma come si può non far vivere di ricordi il tifoso dell’Ascoli in questi ultimi anni di calcio? C’è forse la parvenza di un presente o di un qualcosa che possa suscitare entusiasmo nel tifo di una delle più antiche e gloriose squadre dell’Italia del pallone?

La nostra squadra pecca sotto ogni punto di vista. Tralasciamo i soliti problemi, ormai sono impressi anche nelle pareti delle cento torri. Ma oggi sembra sparita anche la forma atletica oltre alla condizione mentale e di cuore. Dopo la testa e il cuore sembra venir meno anche la muscolatura e i polmoni. De profundis! (che senza scomodare la Fede è l’inizio del salmo penitenziale per i defunti …).

Chi ha avariato il motorino di Cavion, chi ha disinnescato la potenza di Kragl, chi ha spompato le cavalcate del Pierini dello Spezia e ingarbugliato il funambolico estro di Chiricò? Chi li ha spenti e ridotti a fuoco di paglia?

Tre rossi in due partite senza neanche imprecare. Questi si fanno buttare fuori e si rassegnano (o se ne fottono). Perché se con l’Entella, caro mister, hai ricevuto l’estrema unzione, oggi forse riceverai anche l’ultimo saluto. Ma d’altra parte, mister, può star tranquillo. Risorgerà, tante volte quante gli errori fatti da una società e una dirigenza folle tanto quanto i personaggi di Dostoevskij.

Zanetti non sarà Guardiola, ma farà carriera, magari in quelle piazze non prettamente calde. Poteva esser il fautore dell’inizio di un progetto lungimirante in Ascoli, ma poi gli hanno affidato una Ferrari si, ma dai cavalli pazzi. Quest’anno non abbiamo più neanche quelli, di pazzo c’è rimasto solo il tifoso Ascolano. Eternamente innamorato, al di là dello scempio quotidiano.

Costantino Prega Per Noi. Amen.

P.S. L’anno scorso si è costruita una squadra senza pensare al centrocampo. Quest’anno è stata costruita senza pensare all’attacco. Ma quanto costa Pulcinelli tutto sto pensare?

Sezione: Editoriale / Data: Sab 28 novembre 2020 alle 16:17
Autore: Massimo Virgili
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