Da una parte la proprietà, dall'altra i tifosi, in mezzo l'uso scriteriato dei social. Se non ci fossero stati quest'ultimi (ma è come combattere contro i mulini a vento) molte tensioni fra il patron Massimo Pulcinelli, la cui Ferinvest (cassaforte di famiglia) è detentrice del 100% delle quote societarie e i sostenitori del Picchio, probabilmente non ci sarebbero state. La retrocessione in serie C è un evento che sciaguratamente può accadere (è successo già ai presidenti Costantino Rozzi e Roberto Benigni nel periodo di decadenza agonistica del club) ma ciò che lascia basiti è questa stucchevole diatriba social che sembra inarrestabile. Le accuse dei tifosi, espresse tramite post, vengono sistematicamente rintuzzate da Pulcinelli, in un'escalation reciproca dai toni sempre più alti che poi finisce di degenerare in qualcosa d'altro. E ben più grave . Basterebbe un minimo di buonsenso per impedire tutto ciò. Le multe collezionate dalla società in questa stagione, per l'esplosione di petardi all'interno dello stadio a causa dell'intemperanza della sua tifoseria è come il marito che per fare dispetto alla moglie si taglia gli attributi. Più attriti fra le parti, più bombe carte esplose al Del Duca, più multe da pagare per l'Ascoli, meno soldi da investire sulla squadra.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mar 20 maggio 2025 alle 10:00 / Fonte: Corriere Adriatico
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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