La notizia della possibilità che la curva dell'Ascoli possa essere chiusa per due giornate ha scosso tifosi e società. Dopo i fatti avvenuti nel post-partita contro il Ravenna, sono emersi cori a sfondo razzista da parte di pochi ultras rimasti in campo. Il Giudice sportivo ha avviato accertamenti con l’invito a individuare il settore coinvolto. Nel frattempo, la squadra bianconera vive un momento difficile: è stata eliminata dalla Coppa Italia Serie C dalla Sambenedettese (2-1, con gol di Sbaffo e Rizzo) e ha pareggiato 1-1 con il Gubbio in campionato (reti di Milanese e Carraro). Questo scarso rendimento sul campo rende ancora più insopportabile l’eventuale silenzio del Del Duca.

Il sostegno del pubblico del Del Duca è fondamentale per l’Ascoli. Senza gli oltre 9.000 spettatori di una serata normale o i 600 fedelissimi che si spostano in trasferta, la squadra perde un’energia insostituibile. Come ricorda il centrocampista Samuele Damiani, «una menzione va fatta ai tifosi… non ci fanno mai mancare il supporto in casa e in trasferta». Lo stesso presidente Passeri ha evidenziato la passione del popolo bianconero: basti pensare che per la trasferta di Ravenna i biglietti sono andati esauriti in pochi minuti, ma alla fine si sono presentati in 600, «quel popolo non merita i venti minuti» in cui è accaduto l’increscioso episodio. Privare il Picchio del calore della curva equivale quindi a spegnere una parte del suo stesso spirito.

Sportivamente la curva chiusa può avere conseguenze pesanti. Giocare davanti a spalti vuoti significa perdere il cosiddetto “sesto uomo” e la carica emotiva che spesso fa la differenza nei momenti critici. L’Ascoli, del resto, nelle ultime giornate ha già sofferto in assenza di concretezze sottoporta (come ha sottolineato il tecnico Tomei dopo la gara col Ravenna). Senza il sostegno della curva, anche le future sfide casalinghe (a partire dal delicato match contro l’Arezzo) rischiano di trasformarsi in ostacoli ancora più duri da superare.

È importante ricordare però che i responsabili dei cori discriminatori sono stati pochissimi. La maggioranza dei tifosi ascolani ha reagito con compostezza e amarezza, non certo con violenze. Le cronache sportive sottolineano che «un comportamento non tollerabile, ma non riconducibile ad un’intera tifoseria». I gruppi organizzati avevano già lasciato lo stadio quando qualcuno ha esagerato, tanto che i leader ultras avevano invitato tutti «subito dopo il triplice fischio» a ritirarsi pacificamente. In altre parole: sarebbe profondamente ingiusto far pagare ai tanti bravi ragazzi la colpa di un pugno di facinorosi.

In questo momento l’appello di giocatori e dirigenti è chiaro: nessuna vendetta nei confronti dei tifosi. Anzi, come sottolinea Passeri, bisogna «tenere alta la testa e pedalare», restando uniti più che mai. Il cuore della tifoseria dell’Ascoli è fatto di passione, sostegno e amore per i colori bianconeri – non certo di insulti o intemperanze. L’intera città spera che la Giustizia sportiva riconosca la differenza tra chi è rimasto fedele alla squadra e chi ha sbagliato, evitando sanzioni collettive che potrebbero spengere per sempre la voce del Del Duca. Forza Picchio, la curva siete voi!

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 09 novembre 2025 alle 16:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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