Massimo Marini è il nuovo preparatore dei portieri dell'Ascoli Calcio, 48 anni di Verona, ha iniziato la sua carriera nel settore giovanile del Brescia, dove è rimasto due anni prima di trasferirsi per tre stagioni all'Hellas Verona in Lega Pro. A seguire un anno Sud Tirol e Pescara. Lo scorso anno è tornato in Alto Adige dove ha incontrato Paolo Zanetti. «Le idee di allenamento di Paolo collimavano perfettamente con le mie - ha dichiarato al sito ufficiale il preparatore dei portieri -. Abbiamo caratteri molto simili ed entrambi abbiamo sempre voglia di vincere oltre ad una grande dedizione al lavoro, aspetto che accomuna tutti noi componenti dello staff. Siamo focalizzati sul lavoro dal mattino alla sera e non soltanto nelle due ore di lavoro in campo. Quando mi ha chiesto di seguirlo all'Ascoli sono stato subito entusiasta perché si tratta di una società storica e importante».
I tre portieri
Lanni, Fulignati e il giovane Novi visti da Marini: «Sono tre ragazzi veramente in gamba, hanno tanta voglia di allenarsi e in cerca di rivincita. Lanni è un portiere davvero forte che negli ultimi due anni ha avuto qualche problemino fisico, è un professionista serio, si sta allenando con grande voglia. Fulignati vuole rilanciarsi dopo l'anno a Cesena, ha giocato pochissimo la scorsa stagione. Novi è il più giovane, ha basi tecniche già ben avanzate, è un ragazzo interessante, si è messo a disposizione a 360°, con lui ho impostato un lavoro meno fisico e più tecnico, ma siamo sulla stessa linea di un portiere evoluto, si è allineato alla tipologia di allenamenti di Lanni e Fulignati, ma su di lui svolgo più un lavoro di tecnica di base. Il rapporto fra il portiere e il suo allenatore è importante perché, come per gli arbitri, ai portieri non sono concessi molti margini d'errore. Sono convinto che nel rendimento di un portiere il 70% lo faccia la testa e il 30% il resto, ovvero la tecnica e il fisico». 
Un grande lavoro
Il lavoro impostato in questa fase precampionato: «C'è una parte fisica che serve per avere una base di forza e in questo mi confronto quotidianamente con Trentin e Salvatori e poi c'è un lavoro sulla tecnica e sulla posizione. Il lavoro situazionale lo incastro con quello tattico di squadra e in questo mi relaziono costantemente con Zanetti e Bertolini. Alla base di tutto ci sono il lavoro, la professionalità dell'atleta e le relazioni con il resto dello staff. Nel corso di una stagione è importante mantenere i nervi ben saldi, senza esaltarsi nei momenti positivi e senza deprimersi in quelli difficili, è fondamentale lavorare sempre con grande serenità, in qualsiasi situazione».

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Sab 03 agosto 2019 alle 07:27 / Fonte: Corriere Adriatico
Autore: Paride Paci
vedi letture
Print