Una sconfitta può essere un incidente di percorso. Due sconfitte fanno suonare il campanello d’allarme. Tre sconfitte sono una prova di crisi. E siccome, come si suol dire, la valanga va stoppata subito, l’Ascoli non può permettersi di verificare la terza opzione, ed  è necessario ottenere punti sabato col Pordenone. Per farlo, la società ha scelto la strada del mini-ritiro. I bianconeri partiranno alla volta del Friuli giovedi alla ricerca della necessaria condizione mentale per affrontare questa battaglia. Già, la condizione mentale, uno dei problemi da risolvere per mister Sottil. Contro la Salernitana infatti, l’Ascoli ha mostrato il lato peggiore di se. Abulica, deconcentrata, con la testa tra le nuvole e, soprattutto, cosa ancor piu’ preoccupante, scarica. La squadra di mister Sottil è infatti parsa priva di idee e energie nervose, ed è un segnale bruttissimo per una squadra che deve uscire dalla bagarre salvezza, seppur in parte c’era da aspettarselo perché rincorrere sempre sfianca a livello mentale. Forse, dopo il momento positivo passato nello scorso mese, la truppa aveva data quasi per scontata la salvezza, o comunque piu’ facile di quanto si potesse pensare, che ora, riaccorgendosi di quanto sia difficile mentalmente rimettere la testa sul pezzo, ha accusato un forte contraccolpo psicologico. Ma queste scorie sono da smaltire ben presto, perché i passi falsi non sono piu ammessi e determinati approcci al match devono essere migliorati perché non è possibile ottenere vittorie e risultati sempre di rimonta. Mister Sottil dovrà per forza di cose sistemare anche alcune cose a livello tattico. A conti fatti, il tridente Sabiri-Bajic-Dionisi pare essere attualmente poco funzionale per il gioco di squadra e poco propenso ad aiutare il centrocampo in sofferenza. In fase di possesso infatti, alle punte , per non intasare l’area di rigore, spesso è chiesto di lavorare in ampiezza nel  4-3-1-2 e questo snatura parecchio le caratteristiche di Federico Dionisi, l’uomo cardine e dal quale devono passare i gol salvezza dell’Ascoli. Chiedergli dei movimenti che gli fanno perdere lucidità e lo tengono poco vicino dalla zona dei 16 metri conclusivi, laddove lui è un leone e a Lecce lo ha dimostrato, rischia di essere un pericoloso boomerang per l’Ascoli, a maggior ragione se nessuno dei tre supporta il resto della squadra quando la palla ce l’hanno gli altri. La sensazione (ma ripetiamo, è solo una sensazione) è che i tre insieme non possano coesistere, o meglio possano ma non esalterebbero le qualità del bomber ex Frosinone, che invece deve stare al centro del gioco e tutto deve passare da lui. Anche i fattorini, i magazzinieri e i passacarte devono ruotare intorno a Federico Dionisi, perché è innegabile che debba essere lui l’uomo di riferimento dell’attacco, come fu ai tempi per Cacia. Aggiungiamoci anche il momento nero di Bajic, che sta disputando un girone di ritorno non all’altezza delle aspettative, e il quadro offensivo è completo. In tal senso, la squalifica di Sabiri da l’occasione al tecnico di provare numerose soluzioni alternative. Già, Sabiri. Perché il problema di convivenza, come detto, non riguarda solo i due attaccanti ma anche lui. Perché anche lui ama stare al centro della manovra e soffre molto le squadre che si chiudono. In piu, dal calciatore ex Paderborn è innegabile che ci si aspetti qualcosa di migliore di quanto offerto finora. Il Sabiri di Lecce deve ripetersi, perché una squadra che gioca col 4-3-1-2 ha disperato bisogno di un trequartista che faccia la differenza, ancor piu’ se il giocatore non da una mano in fase di non possesso. Quindi, Sabiri e Bajic devono alzare il loro rendimento, oppure sarebbero difficilmente supportabili per un Ascoli che ha anche bisogno di forze fresche e di far rifiatare qualche elemento apparso un po’ appannato. Sta a mister Sottil, che finora ha fatto un grandissimo lavoro, trovare le chiavi mentali e tattiche per portare a compimento quella che sarebbe una vera e propria impresa. Anche pungolando nell’orgoglio questa settimana alcuni calciatori che sabato scorso hanno fatto male. Perché ora non si può piu sbagliare.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 23 febbraio 2021 alle 10:36
Autore: Manuel Fioravanti
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