Prima di tutto un po' di numeri:

31 punti in 24 partite, media di 1,24 punti a partita. 23 punti ottenuti tra le mura amiche e solamente 8 lontani dal Del Duca. L'Ascoli visto fino ad ora soffre come poche squadre la lontananza da casa, dove sembra trasformarsi in una formazione arrendevole, incapace di costruire ed elaborare un gioco. E' tautologico dire che, se non vi fossero state così tante sconfitte (condite da alcune prestazioni arrendevoli) in trasferta, staremmo raccontando un altro campionato. Veramente poche, infatti, le gare convincenti disputate dall'Ascoli lontano dal Piceno; la vittoria contro la Juve Stabia, i pareggi contro Perugia e Salernitana ed i primi tempi contro Empoli (sconfitta 2 - 1 ) e Spezia (sconfitta 3 -1 ). Lascio volutamente fuori la prestazione contro l'agonizzante Livorno, davvero troppo poco per qualsiasi compagine della categoria. L'ultima gara in Liguria ha mostrato entrambi i volti della squadra: un team capace, quando vuole, di impostare nel modo giusto qualsiasi match e di giocarsela alla pari con tutti. Lo stesso team, però, ha evidenziato le solite amnesie difensive, la poca lungimiranza (espulsione Troiano) e la "paura di vincere" in trasferta, un'ipocondria che attanaglia i giocatori ogni volta che occorre prendere in pugno il match.

Negli ultimi giorni si è tornati a parlare di "salvezza" e questo, a mio avviso, non può che far bene all'ambiente. L'Ascoli, escludendo i 15 punti ottenuti nelle prime 6 gare, non ha mai avuto un andamento regolare, capace di evitare coccoloni a tifosi e dirigenti. Questo ridimensionamento degli obiettivi potrà forse ridare tranquillità ad una squadra troppe volte vittima di giramenti di testa quando "costretta" a guardare per forza di cose in alto. La gara contro la Cremonese, altra corazzata in crisi, può valere moltissimo. Una vittoria allontanerebbe non poco gli spettri retrocessione e darebbe a Stellone la giusta serenità per poter lavorare mentalmente e fisicamente in vista delle successive 13 gare. I match contro Pescara e Chievo possono essere altri due step importanti per misurare il grado di maturità dell'organico, soprattutto ora che non vi sono più mele marce. Questa squadra ha tutte le carte in regola per ambire ai playoff ma sembra volersi talmente male da non crederci abbastanza o da crederci a tal punto da dare per scontati aspetti determinanti per vincere le partite (continuità nell'arco dei 90 minuti, compattezza tra i reparti, ecc..). Predicare calma è necessario. Aspettare le prossime tre gare e poi valutare che campionato aspettarsi da Marzo in poi. La salvezza deve essere un mantra ripetuto fino allo sfinimento, in un ambiente incandescente incapace di perdonare qualsiasi battuta d'arresto. Solo partendo dal basso, anche negli obiettivi, si riesce a costruire un progetto ambizioso senza voli pindarici che rischiano brutte cadute, specialmente in classifica.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 20 febbraio 2020 alle 12:14
Autore: Paride Paci
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