Si è appena spenta l’eco immaginaria del tintinnio dei bicchieri, delle urla festanti, dei sorrisi felici per la vittoria di Lecce. Ed arriva ora il Frosinone. In crisi nera, senza vittorie da quasi 10 turni, la squadra di Nesta al contrario di ciò che dicono le statistiche degli ultimi due mesi, è un avversario molto difficile. Intanto, perché sulla carta è una rosa di qualità. Poi, perché Nesta ha due qualità : una, puramente numerica. Ovvero, quando vede Ascoli vince sempre. Due, ogni qualvolta è stato sulla graticola, ha ripreso in mano la sua squadra e l’ha fatta risalire dalla china. Quindi, una partita da prendere con le molle perché l’Ascoli deve sfatare soprattutto il primo tabù. Vincere, per lei stessa. Ma mai perdere l’umiltà. L’entusiasmo che si respira in città è senza dubbio da coltivare ma anche da centellinare, affinché non si tramuti in presunzione. La sottile linea che li separa, come quella che separa la consapevolezza dei propri mezzi dalla presunzione, è quel che di più rappresentativo passa tra una squadra immatura e una matura. L’Ascoli dovrà dimostrare di essere maturo e finora le basi ci sono tutte. Perché è cambiata la mentalità grazie al mister Sottil e lo testimoniano risultati e, soprattutto , rimonte. Quella contro il Lecce infatti, è la seconda consecutiva, la terza dall’avvento del mister ex Pescara. Reggina, Brescia e Lecce erano tutte andate in vantaggio contro i bianconeri, ma tutte hanno dovuto ingoiare al minuto 90, il boccone amaro della rimonta e della sconfitta al cospetto dei gol di Cangiano, Kragl, Eramo, Brosco e Dionisi. Già, Dionisi, l’uomo di cui l’Ascoli aveva bisogno. Per personalità, leadership, qualità, profondità, malizia, scaltrezza, astuzia. Un centravanti completo sul quale il mister sta costruendo la squadra. Il 4-3 sarà la base nel modulo, davanti spazio alla fantasia degli interpreti, con Dionisi riferimento centrale, Sabiri a innescarlo gli altri a scendere in campo a seconda di caratteristiche avversarie e tipologia di partita. A Lecce ad esempio, la mossa Bidaoui è stata la chiave tattica. Sottil lo ha piazzato su Maggio, consapevole che il Lecce spinge molto su quella zona e che il nuovo arrivo avrebbe sicuramente avuto l’entusiasmo di scendere in campo dopo un periodo di inattività e quindi ancor più la voglia di essere pericoloso. Il risultato è che Maggio non si è mosso perché preoccupato dalle sgasate del marocchino. Ma è già tempo di guardare avanti, è già tempo di recuperare le energie mentali e soprattutto di valutare quelle fisiche. Serve gente in buona condizione per reggere il ritmo di tre gare settimanali. Sottil avrà il duro compito di scegliere chi mandare in campo in una gara delicata, ma meglio abbondare che deficere...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 07 febbraio 2021 alle 09:18
Autore: Manuel Fioravanti
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