"Ascoli, serve un futuro diverso": Di Carlo fa il bilancio di una stagione amara

Con il volto tirato e la voce piena di rammarico, Mimmo Di Carlo ha tracciato il bilancio di una stagione che l'Ascoli e i suoi tifosi avrebbero voluto vivere in modo ben diverso. Dopo l'ennesima prova opaca e una salvezza strappata con fatica, il tecnico bianconero non si nasconde e parla con grande onestà.

«Penso sia evidente a tutti che non siamo riusciti a raggiungere l'obiettivo che ci eravamo prefissati e che, francamente, era alla portata di questa squadra», ha esordito Di Carlo. «Da quando sono tornato abbiamo provato in tutti i modi a rimettere in piedi la stagione puntando ai playoff, ma non ci siamo riusciti. L’impegno non è mai mancato, ma a volte sono mancate la forza, la lucidità e anche qualche episodio favorevole. Alcune decisioni arbitrali non ci hanno aiutato, ma sarebbe riduttivo attaccarsi solo a questo».

Il tecnico ha poi sottolineato la necessità di guardare avanti, con lucidità e con la volontà di cambiare passo:
«Ora è importante programmare il futuro. Ci sono state delle difficoltà evidenti, e le analizzeremo insieme alla squadra e alla società. Avremo il tempo per capire cosa non ha funzionato e ripartire. Si deve fare tesoro delle cose positive ma, soprattutto, imparare dagli errori per non ripeterli».

Sul proprio futuro, Di Carlo ha mantenuto un tono prudente:
«Non so cosa accadrà. L'unica certezza è che, da parte mia, ho messo in campo tutta la passione e la competenza che possiedo. Nulla era scontato quest'anno, nemmeno la salvezza, e questo va detto con sincerità. Mi auguro che nella prossima stagione l'Ascoli possa tornare protagonista, perché questa piazza merita di lottare per obiettivi più ambiziosi».

Infine, una riflessione sui tifosi, mai così distanti dalla squadra come in questa annata:
«Capisco la loro rabbia. Quando si vive un campionato come questo è normale che i tifosi esprimano il loro disappunto. L’Ascoli è passione, è cuore, è tradizione: non possiamo accontentarci. Dobbiamo costruire un Ascoli capace di farli tornare a sognare».