Qual è il suo sogno: "Arrivare in Serie A. Lavoriamo un passo alla volta, vogliamo raggiungere i playoff, solo parteciparvi sarebbe un grande risultato. Poi vedremo se, con una società più organizzata, potremo puntare a qualcosa di più". (Pulcinelli).

Cosi è iniziata Genoa-Ascoli. Un martedì sera di Coppa Italia (quella vera), che da tempo mancava agli ascolani. Chi fugge via prima dal lavoro, chi si prende direttamente le ferie, chi va in campo e corre. Al 94° rimane l’amaro in bocca, o meglio la sensazione di un sogno svanito nonostante sembrava a portata di realtà.

Eppur la squadra in ogni suo componente (tralasciando i dettagli tecnici) ha disputato una partita all’altezza che ci ha fatto divertire e gioire nonostante il risultato finale. Sugli spalti del Marassi batte forte il cuore PICENO con cori che si insinuano forti nella telecronaca Rai, che fa rimpiangere quella di DAZN. Forse di peggio c’è solo la tifoseria del Genoa in versione Ancona Style.

La squadra in campo ha espresso un buon gioco. Che dire dell’azione del primo gol. Fantastica. Da playstation con uso esclusivo del filtrante. Un applauso al reparto offensivo che oramai è temuto da tutti. Un grandissimo applauso a Beretta, che dopo mesi lontano dal terreno di gioco avvia un’azione spettacolo e la conclude a tu per tu col portiere col tocco sotto. Dopo mesi di astinenza dal campo, si presenta cosi, invece di sparare a tutta potenza, pur di tirare. Sobrio ma non troppo. Applausi a Jack.

Non andremo a Torino. Non importa. Vincere ad Empoli conta di più e dobbiamo provarci. Il campionato è l’unica scala per risalire verso la gloria. Non abbiamo bisogno di costruire la storia. Quella esiste già ed è gloriosa. Aggiungiamo altre pagine, da poter tramandare di figlio in figlio. Passo dopo passo (Step by Step). Uno, seppur piccolo, lo abbiamo fatto stasera.

Sezione: Copertina / Data: Mer 04 dicembre 2019 alle 13:00
Autore: Massimo Virgili
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