L'equilibrio prima dello spettacolo fine a se stesso, l'attenzione e la diligenza prima dell'inutile spreco di energie, la concretezza prima dell'estetica. Cosi potremmo descrivere il nuovo mister Andrea Sottil, presentato ieri nella sala stampa di Corso Vittorio insieme al ds Ciro Polito. Un allenatore poco sponsorizzato, ma molto serio e capace, che giunge ad Ascoli con grandissime motivazioni e voglia di dare una svolta alla sua carriera. Contratto fino a Giugno con rinnovo automatico in caso di salvezza. Una motivazione ancor maggiore per fare bene. Il tecnico, che ha fatto tanta gavetta nei polverosi campi della Lega Pro, ha assaporato per la prima volta la scorsa stagione la cadetteria siedendo sulla panchina del Pescara, salvando i delfini ai pay out in una stagione che si stava facendo veramente complicata dopo gli scarsi risultati del tandem Zauri- Legrottaglie. In precedenza, Sottil si era reso protagonista della vittoria di un campionato a Livorno e di un campionato all'altezza delle aspettative a Catania, centrando i play off nonostante un esonero a metà stagione, successivamente poi rientrato col mister tornato in sella per il rush finale. Prima ancora, Sottil aveva allenato il Siracusa (in doppia battuta, prima nel 2011, dove aveva vinto sul campo il campionato di Lega Pro, poi revocato causa mancato pagamento degli stipendi, poi quattro anni dopo, vincendo la serie D e salvandosi l'anno successivo), poi il Cuneo, nell'esperienza più negativa della sua gestione culminata con un esonero al termine di un ciclo di gare deludenti, e poi la Paganese, subentrando e centrando una tranquilla salvezza. Chi si aspetta che Sottil venga ad Ascoli a praticare calcio spettacolo, probabilmente sbaglia. Allenatore concreto, con pochi fronzoli e tanta umiltà, capace di migliorarsi stagione dopo stagione e soprattutto di utilizzare al meglio le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione, adattandosi molto a loro. Sebbene non sia un integralista del modulo, le sue squadre si sono sempre contraddistinte per giocare con il 4-3-3, spesso abile a trasformarsi in 4-5-1, o addirittura con il 4-2-3-1 , anch'esso però veloce a tornare al 4-4-2 in fase di ripiegamento. E' bene dire però, che Sottil molto spesso in carriera ha dovuto utilizzare un modulo che poggiava su una ferrea difesa a 5 (3 centrali piu due esterni) e non è escluso che, viste le difficoltà palesate nel corso della stagione dai terzini dell'Ascoli, il 47enne ex tecnico del Pescara si dirigerà proprio verso quella soluzione. Sottil ha dichiarato chiaramente in conferenza stampa che gli piace giocare, ma per lui la priorità, specie in questo momento, è quella di sistemare la casella dei gol subiti, che a questo punto del torneo dice 24, con media di quasi 2 gol subiti a partita. Accentuata dalle ultime debacle difensive della squadra targata Delio Rossi. Questo non vuol dire affatto che vedremo una squadra che attende l'avversario nella propria area di rigore, anzi. Vuol dire che probabilmente vedremo una squadra in cui tutti i giocatori, da Bajic in giu, dovranno interpretare al meglio la fase di non possesso, dove gli attaccanti sono i primi a ripiegare e i centrocampisti i primi ad aggredire il possesso palla altrui. Un allenatore che, come caratteristiche tecnico-tattiche, somiglia molto a Dionigi e , in generale, a quelli che ha avuto in passato l'Ascoli per compiere le sue imprese. Bravo a studiare gli avversari e ad adattare anche la sua squadra a quella altrui, specie se più forte. Un allenatore che ha anche la fama di essere un gran motivatore e di ''cavare il sangue dalle rape''. In panchina il suo modus operandi è quello di un tecnico molto partecipe, che sente molto la gara e la vive con grande passione e trasporto. Un tecnico in grado di scuotere sul piano motivazionale la sua squadra, cosa in cui Bertotto e Rossi hanno trovato difficoltà. Non ci resta dunque che aspettare l'esordio di domenica con la Spal, un avversario temibile, ma forse il più adatto per scatenare una reazione d'orgoglio in un Picchio ferito. Sottil dovrà far scattare questo sentimento di rivalsa negli occhi e nel cuore dei bianconeri, puntando il dito sul fatto che non è affatto possibile che questa squadra prenda schiaffi in continuazione senza abbozzare la minima reazione. Perchè qua non è più una questione puramente tecnica, ma lo è principalmente di stimoli e motivazioni.
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