Certo che volevamo essere qui a commentare una vittoria contro il Perugia. Magari una bella prestazione scintillante. Perlomeno dei punti raccolti. 

Ma il calcio è cosi! 
Voltiamo il grigio capitolo perugino e immergiamoci completamente nella realtà attuale. 
Il Parma è una squadra sconquassata dalla sconfitta con la Ternana. 
Partiti anche quest’anno con ambizioni di alta classifica e lo sguardo volto verso la serie A, la squadra di Pecchia ha sinora disatteso le aspettative, e speriamo sia proprio il Picchio a dare la beccata fatale ai Ducali. 
Ci ha già pensato Niccolò Corrado lo scorso sabato ad aggiungere un bel fardello al già travagliato inizio degli emiliani, realizzando il gol che ha permesso agli uomini guidati da Cristiano Lucarelli di agguantare la vittoria proprio nel finale. 
Una giocata d’alta classe del fluidificante ternano che vi esortiamo ad ammirare, una rouleta 360°, degna del miglior John Travolta, accompagnata da un sinistro all’angolino che ha lasciato impietrito l’intramontabile Gigi Buffon
L’ennesima dimostrazione che la difesa gialloblù è tutt’altro che un fortino inespugnabile.
Quella di Mister Pecchia è una squadra che ti lascia esprimere gioco, vuole prevalere territorialmente, concedendo naturalmente spazi agli avversari. 
Tutto il contrario di Mister Castori, abituato a tarpare le ali a chiunque da vent’anni a questa parte, giocando spesso solamente di rimessa e unicamente sui difetti degli avversari, sfruttando una delle rare occasioni create e arroccandosi in difesa a mo’ di falange oplitica greca. 
Spesso efficace è vero, ma pur sempre un gioco arcaico, obsoleto, decisamente borioso per chi lo guarda, indipendentemente dal risultato. 
La retroguardia emiliana ha invece palesato evidenti lacune, quando viene attaccata in pressing alto in fase di costruzione , ma soprattutto nelle occasioni in cui viene sorpresa in velocità e in profondità dall’avversario, data la lentezza dei suoi centrali. 
È vero, davanti hanno quel trio formidabile per la Serie B (era un quartetto ma Mihaila si è rotto sabato dopo 12’ e starà fuori per un bel po’). 
Dennis Man, Franco Vasquez e Roberto Inglese, gente che c’entra poco con questa categoria, di spessore internazionale, che solo a pronunciarli e leggerli nelle probabili formazioni, non lasciano dormire sonni tranquilli ai tifosi del Picchio .
Ma noi siamo l’Ascoli! 
Il manto erboso del nostro stadio è stato calcato dai migliori calciatori del pianeta durante quel magico periodo di maggior splendore e prestigio bianconero che si snoda tra il 1974 e il 1992. 
Maradona, Zico, Platini, Gullit, Van Basten, il nostro Casao Meravigliao, per citarne alcuni tra i più celebri. 
Senza dimenticare i campioni ammirati nel biennio 2005-2007! 
Maldini, Nesta, Fabio Cannavaro, Ibrahimovic, Kakà, Totti, Del Piero
La Storia è dalla nostra parte!
Non possiamo lasciarci intimidire da una squadra sì tecnica e dai nomi altisonanti per il campionato cadetto italiano, ma pur sempre in ricostruzione dopo il fallimento conclamato dello scorso anno. 
Un team, un organico, con delle defezioni, dei difetti, delle falle, nelle quali dovremmo essere bravi ad insinuarci, a sfruttare a nostro favore, aggressivi e scaltri, con la bava alla bocca, come sciacalli affamati sui resti di una carcassa sotto il sole cocente della pianura africana del Serengeti.
Mangiamoceli

Bachetti Fabio 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 16 settembre 2022 alle 10:40 / Fonte: Bachetti Fabio
Autore: Fabio Bachetti
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